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Notizia del 19/04/2006

Quando si è stanchi si fatica di più a trovare la strada: per scienziati belgi il sonno influisce sulla memoria e l’orientamento

Il sonno influisce sulla memoria a lungo termine e la capacita' di orientarsi nello spazio. A dimostrarlo sono stati alcuni scienziati belgi, che, come si legge nello studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), per arrivare a questa conclusione si sono serviti di uno dei videogiochi a tre dimensioni (3D) piu' famosi e apprezzati sul mercato, 'Duke Nukem'. Utilizzando le risonanze magnetiche, i ricercatori hanno visto come i volontari memorizzavano le informazioni sullo spazio e l'ambiente relative al campo di gioco, e come i giocatori che avevano dormito poco fossero in grado di ricordare le informazioni, usando parti del cervello diverse rispetto a quelle impiegate da chi aveva dormito.

"Se ti muovi in una citta' sconosciuta - spiega Pierre Orban, dell'universita' di Liegi in Belgio - devi pensare sempre a dove stai andando. Ma una volta che si e' imparato ad orientarsi per le strade, non e' piu' necessario pensare al percorso da fare. Si tratta di un comportamento automatico, che puo' essere rafforzato dal sonno, perche' imita gli schemi di formazione della memoria osservati quando un compito viene ripetuto". Da tempo si pensava che la carenza di sonno avesse degli effetti sulla nostra abilita' di consolidare i ricordi. Per provare cio', i ricercatori hanno dato ai volontari il compito di trovare un posto in una citta' virtuale, creata nel videogioco 'Duke Nukem'. Dopo un periodo iniziale di addestramento per farli abituare al terreno di gioco, ai giocatori e' infatti stato chiesto di trovare dei punti di riferimento intorno alla citta', mentre gli scienziati mappavano la loro attivita' cerebrale con la risonanza magnetica. In questo modo si e' visto che l'ippocampo, area del cervello conosciuta per essere usata nella memoria e nella direzione, era molto attiva quando i giocatori dovevano ricordarsi la strada per raggiungere la loro destinazione.

I volontari sono stati divisi in due gruppi, dove ad uno e' stato permesso di farsi una notte di buon sonno, e all'altro no. Trascorse le due notti successive, a entrambi i gruppi e' stato permesso di dormire. Dopo di che, gli e' stato chiesto di giocare di nuovo, muovendosi lungo le strade tra due punti di riferimento, il piu' velocemente possibile, mentre gli scienziati osservavano la loro attivita' cerebrale con la risonanza magnetica. Piu' il giocatore si avvicinava alla meta, piu' erano i punti totalizzati. Si e' cosi' scoperto che il gruppo che aveva dormito era in grado di richiamare alla mente le informazioni sul percorso usando un'altra area del cervello, chiamato striato.

L'aver immagazzinato questi ricordi aveva permesso loro di prendere decisioni in automatico circa la direzione da prendere per muoversi. I giocatori a corto di sonno invece, che ancora si affidavano all'ippocampo, avevano piu' difficolta' a muoversi nella citta' virtuale e impiegavano piu' tempo a decidere.

"Se si e' dormito, si pensa di meno per muoversi - continua Orban - In qualche modo di sa che bisogna

girare a sinistra, a destra o andare dritti. Questo studio dimostra che il sonno aiuta e rafforza la riorganizzazione dei ricordi dall'ippocampo allo striato". Comunque, entrambi i metodi sono efficaci per raggiungere i compiti prefissati, secondo i ricercatori, il che significa che la carenza di sonno influisce sulle funzioni cerebrali, e non sul comportamento, come si pensava prima. "E' come se il sonno accelerasse questo processo normale - conclude Orban - e i ricordi fossero 'riprocessati' un'altra volta".

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