Platone anche per le api?
Tra i ricordi delle superiori ci sono sicuramente le idee assolute di Platone, quelle del mondo iperuranio, dove c'è un "cavallo ideale", un "albero ideale" e così via. Poi noi ne osserviamo la proiezione nel mondo reale. E allora un cane San Bernardo sarà molto diverso da un barboncino, eppure la categoria "cane" è ben chiara nella nostra mente.
Filosofia antica a parte, alla base c'è il concetto di generalizzazione: la mente umana può cogliere caratteristiche comuni in oggetti o immagini anche molto diversi tra loro. Un segno di agilità e potenza del nostro cervello. Una caratteristica di menti superiori? Forse no, visto che ce l'hanno anche le api.
In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, infatti, scienziati dell'Università Paul-Sabatier di Tolosa, in Francia, riportano un singolare esperimento fatto con questi insetti.
In sintesi, alcune api sono state pazientemente addestrate a riconoscere alcuni disegni complessi e molto diversi tra loro, ma nei quali c'era una caratteristica comune: l'orientamento di quattro linee che separavano ciò che veniva mostrato in diversi settori.
Poi sono arrivate altre serie di disegni, completamente nuovi e quindi sconosciuti ma che avevano ancora il caratteristico orientamento delle linee. Sorprendentemente le api sono state in grado di riconoscere come "già viste" anche queste immagini. E' una dimostrazione della capacità di generalizzare posseduta dagli insetti, il segno di processi mentali sofisticati anche in un cervello minuscolo come il loro.