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Notizia del 05/03/2013

Parlano fiorentino le nanospugne che aiutano la medicina

Presto potranno essere realizzati dispositivi a basso costo, di semplice utilizzo, che permettono di rilasciare un farmaco in una superficie di pochi nanometri, nella misura e nella concentrazione desiderata e nei tempi prestabiliti. Si tratta delle "nanospugne" create dai ricercatori di due Istituti del Cnr fiorentino, quello di fisica applicata (Ifac) e quello di chimica dei composti metallorganici (Iccom), in collaborazione con il Dipartimento di Chimica di Firenze.

Ma cerchiamo di capire come funzionano. Le nanospugne non sono altro che micelle polimeriche termosensibili, che vengono utilizzate come serbatoi per contenere il farmaco e applicate sulla cute o nei tessuti interni. La particolarità è l'aggiunta di nanoparticelle d'oro in film porosi biocompatibili, in modo che, semplicemente illuminando il materiale con la luce, le particelle d'oro possono assorbire il fascio e trasformarlo in calore, che provoca una contrazione delle micelle termosensibili, le quali a loro volta rilasciano il farmaco nel tessuto con un'azione mirata e localizzata. Aumentando o diminuendo la luce, si può inoltre moderare la quantità di medicinale rilasciato, in modo molto preciso.

Un meccanismo facile ma estremamente efficace, che è valso ai ricercatori la copertina del Journal of Materials Chemistry.

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