OGM e BIO: un connubio che fa discutere
È destinata ad accendere molte polemiche la decisione presa dai Ministri Europei dell’Agricoltura di innalzare allo 0,9% il limite accidentale di organismi geneticamente modificati tollerati all’interno dei prodotti biologici. Italia, Belgio, Grecia, e Ungheria si sono espressi a favore dello 0, 1%, pari alla soglia di rilevabilità strumentale, ma il cambiamento di strategia della Polonia, che all’ultimo momento si è schierata con la maggioranza, ha impedito di raggiungere una minoranza di blocco per fermare il regolamento.
Il provvedimento rientra nell’ambito di un più ampio programma di ridefinizione del disciplinare di produzione biologica e secondo il commissario UE Mariann Fischer Boel «si tratta di un accordo eccellente, che aiuterà i consumatori a individuare con più facilità i prodotti biologici ». Non sono della stessa opinione Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace, e il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Paolo De Castro. Anche il presidente della Coldiretti Sergio Marini esprime preoccupazione, perché la decisione presa a Bruxelles «colpisce direttamente la produzione biologica italiana che è leader in Europa».
La nuova norma nasce dall'esigenza di tutelare i produttori dalla contaminazione casuale, ma non per questo è indice di permissivismo. L'utilizzo di OGM nel biologico resta vietato e i coltivatori devono dimostrare che la contaminazione non è frutto di negligenza, indicando altresì il luogo di provenienza dei prodotti. Accorgimenti, che prevedono ulteriori inasprimenti a partire dal 2009, volti a garantire la qualità bio, certificata d’ora in poi da un apposito marchio europeo.