Mettere le staminali al giusto posto
Una delle speranze legate alle staminali (cellule ancora non specializzate nel diventare un particolare tessuto, ma con ampie possibilità di maturare in una categoria o in un'altra) è che potranno essere usate un giorno per rimpiazzare parti di organi andate perdute.
Uno di questi casi è il cervello: dopo un ictus, molti neuroni muoiono lasciando dietro di sé un vuoto nel sistema nervoso, che è poi la causa di quelle menomazioni che alcuni malati si porteranno dietro.
Quindi usare le cellule staminali per farle diventare neuroni che andranno a rimpiazzare quelli sono morti per l'ictus potrebbe significare restituire molte capacità ai malati. Ma il problema non è facile, soprattutto perché bisogna riuscire a "guidare" le cellule staminali in modo che vadano al posto giusto e non si perdano per strada.
Gli studi in questo campo sono molteplici, in tutto il mondo, e risultati parziali, o solo incoraggianti, arrivano piuttosto spesso. Uno di questi, sui topi, viene da un gruppo di scienziati della Stanford University che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
I ricercatori statunitensi hanno usato un tipo di cellule staminali (chiamate "neurosfere") che erano state isolate da feti umani. C'è da sottolineare per completezza anche un aspetto "business": l'individuazione di queste cellule fu compiuta nel 2000 da un'azienda privata, fondata da uno degli scienziati impegnati anche in questo studio. La stessa azienda ora le fa crescere e le distribuisce a vari laboratori per gli studi sul loro possibile utilizzo, sottolineando che questo tipo di cellule non ha i problemi etici e legali che invece hanno le staminali provenienti da embrioni.
Gli autori dello studio hanno iniettato le cellule in questione nel cervello di ratti che erano stati colpiti da ictus. L'iniezione è avvenuta a pochi millimetri dalla zona colpita, e le staminali sono state effettivamente in grado di muoversi in quella direzione, forse attratte da segnali chimici provenienti dall'area danneggiata. Lì si sono trasformate in neuroni ed in cellule di supporto (astrociti).
Per il momento, dicono gli scienziati, è stato solo dimostrato che le neurosfere sono capaci di raggiungere una zona colpita e di cominciare a specializzarsi come se dovessero rimpiazzare le cellule mancanti. Ora si tratterà di vedere se effettivamente il trattamento restituisce la funzione alle one nervose danneggiate.
Come si diceva, è solo una delle strade che i ricercatori in tutto il mondo stanno battendo nel campo delle cellule staminali. Alcune di queste vie, inevitabilmente, non porteranno da nessuna parte. Altre potrebbero farcela, ma ci vorrà pazienza per saperlo.