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Notizia del 20/01/2002

La prima clonazione umana

Per la prima volta clonato in vitro un embrione umano

Michael D.West Dopo i primi annunci pubblici, nell'ormai lontano 1998, dell'avvenuta clonazione umana, contemporaneamente a Seul e in America, mai seguiti da pubblicazioni scientifiche, è arrivata a fine 2001 la conferenza stampa di Robert Lanza delle Advanced Cell Technology in cui le dichiarazioni di clonazione umana erano accompagnate da risultati scientificamente documentati.

Robert Lanza dichiara che per trovare delle donne donatrici di oociti, da usare come ospiti del DNA delle cellule da clonare, ha messo degli annunci su giornali pubblicati a Boston.

Lo stesso è stato fatto per reclutare degli individui donatori delle cellule da clonare, ai quali in maniera anonima sono state prelevate delle biopsie cutanee, utilizzando non solo donatori sani, ma anche affetti da patologia.

La decisione di coinvolgere nello studio anche dei pazienti risiede nel testare la reale possibilità di clonare tessuti per persone che necessiterebbero del trapianto di cellule.

Come cellule di partenza sono stati scelti, Jose B.Cibelli analogamente alla pecora Dolly, i fibroblasti, cellule che si trovano sotto la cute, ma i primi tentativi non sono andati a buon fine, infatti l'embrione non è arrivato neache allo stadio di due cellule.

Si è allora cambiata cambiata strategia utilizzando al posto dei fibroblasti, le piccolissime cellule che circondano l'oocita, le cosiddette cellule del cumulo ooforo già utilizzate con successo nella clonazione del topo.

E questa è stata la strategia vincente, infatti un embrione è arrivato addirittura allo stadio di sei cellule, e poi si è fermato.

Parallelamente sono state studiate delle tecniche per indurre la partenogenesi di oociti, cioè la formazione di un embrione senza fecondazione e senza trasferimento nucleare.

Inizialmente i risultati sono stati a dir poco esaltanti, infatti non solo gli oociti si sono divisi ma sono persino arrivati allo stadio di blastocisti.

In realtà queste balstocisti che erano in sostanza dei sacchetti vuoti, privi cioè delle cellule staminali utili per i trapianti.

Nonostante ciò, Robert Lanza si dichiara molto soddisfatto dei risultati raggiunti, impensabili fino a pochi anni fa, e che aprono nuove prospettive per quella che potrebbe realmente diventare la medicina del futuro, la cosiddetta medicina autologa rigenerativa.

Ha poi preso le distanze dalla clonazione ai fini riproduttivi, ribadendo con energia che l'interesse dell'Advanced Cell Technology nel campo della clonazine risiede unicamente nelle possibilità terapeutiche per curare patologie umane che necessitano di trapianti.

Quello che stupisce un po' sono le grandi cifre che girano intorno a questi esperimenti, e il coinvolgimento delle strutture pubbliche.

Robert P.Lanza Infatti 1,8 milioni di dollari derivano dal finanziamento pubblico e la stessa università del Massachusetts conta di ricavare il 4,5% degli introiti derivanti dalle applicazioni delle ricerche condotte sulla clonazione da parte dell'Advanced Cell Technology, che di fatto è una start up company, cioè un'azienda che è in parte pubblica e in parte privata, in cui la tecnologia diventa una merce, o meglio, una merce molto redditizia.