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Se il mondo circostante avesse continui e bruschi abbassamenti di luce ce ne accorgeremmo immediatamente. Eppure improvisi black out avvengono continuamente senza che ne siamo consci. Succede quando battiamo le palpebre. Per un attimo gli occhi non ricevono più luce, eppure non ci sembra strano.

Ricerche condotte negli anni '80 avevano già dimostrato che le aree visive del cervello sembrano disattivarsi esattamente in concomitanza con un battito delle palpebre, ma ora un nuovo studio, condotto dallo University College di Londra e pubblicato dalla rivista Current Biology, ha chiarito i meccanismi del fenomeno.

Il sistema usato dai ricercatori inglesi è particolarmente ingegnoso: hanno sistemato su un certo numero di volontari degli occhiali speciali che bloccavano completanmente qualsiasi tipo di luce. Di fatto, erano completamente al buio. Poi hanno inserito nella bocca degli stessi volontari un cavo a fibre ottiche che portava una quantità di luce notevole. La bocca è stata, insomma, illuminata da una luce così forte da poter attraversare i tessuti della faccia e raggiungere gli occhi dall'interno. In questo modo le retine ricevevano sempre la stessa quantità di luce, indipendentemente dalla posizione delle palpebre.

A questo punto il cervello dei volontari è stato studiato con la tecnica della risonanza magnetica funzionale, che permette di vedere le strutture nervose al lavoro.

I risultati sono decisamente interessanti: alcune aree cerebrali che rispondono agli impulsi luminosi venivano letteralmente "spente" esattamente in coincidenza con il battito delle palpebre.

"Sopprimere l'attività di queste zone cerebrali durante il battito delle palpebre - dice Christofer Frith, uno degli autori dello studio - può esserre un meccanismo per evitare che il cervello divenga cosciente del fatto che il mondo diventi buio in quell'istante". In altri termini, il cervello sa che il battito delle palpebre è indispensabile, e così si è attrezzato per ignorare l'improvviso spegnersi della luce.