Il moscerino dalla lunga vita
Il moscerino della frutta, una vecchia conoscenza della biologia, che su questo insetto ha gi… basato molte scoperte, sta guidando gli scienziati verso una maggiore conoscenza dei processi dell?invecchiamento, e forse verso uno spiraglio che permetta di interferire con essi. Ed il punto chiave sarebbe nelle cellule adipose, proprio quelle dove si deposita il tanto odiato grasso che ci regala tra l'altro i "rotolini".
Da alcuni anni ricercatori di tutto il mondo stanno concentrandosi su un fenomeno ben visibile: alcuni animali, a partire dai vermi fino ad arrivare ai ratti, allungano di molto la loro vita (fino quasi a raddoppiarla) quando sono tenuti a stecchetto con il cibo, al limite della denutrizione. Ciò che non è chiaro è cosa avviene esattamente in un organismo sottoposto ad un regime così duro. Secondo alcuni la diminuzione nella produzione di energia, conseguenza naturale del minore apporto di cibo, abbassa i fenomeni ossidativi nelle cellule, diminuendo i danni progressivi che si accompagnano a questo tipo di reazioni biochimiche.
Ma altri scienziati la pensano diversamente. Secondo loro, infatti, il mangiare pochissimo finisce per influenzare in qualche modo i processi legati all'insulina, quindi l'intero meccanismo di regolazione dell'uso del glucosio da parte dell'organismo.
In quest'ultima direzione si sono mossi i ricercatori dello University College di Londra. In un articolo pubblicato sulla rivista Science, riportano i risultati di un loro esperimento su uno dei percorsi del metabolismo dell'insulina, chiamato IIS.
Si sapeva già che intervenendo geneticamente e riducendo l'attività di questo meccanismo biologico si riusciva ad ottenere un notevole allungamento della vita in animali diversi come vermi e topi. Maria Giannakou ed i suoi collaboratori hanno così scelto un elemento preciso del processo IIS, il dFOXO. Si tratta di un cosiddetto fattore di trascrizione, cioè di una molecola che regola l?attivazione e la trasformazione di determinate parti del codice genetico in proteine.
Aumentando i livelli di dFOXO nelle cellule adipose del moscerino della frutta si sono ottenuti risultati curiosi: nelle femmine si ha un allungamento della vita dal 20 al 50%, con però una corrispondente riduzione della fertilità, mentre nei maschi non accade nulla.
"Diversi esperimenti dice Giannakou - ci stanno mostrando che il tessuto adiposo è cruciale nel determinare la durata della vita grazie al suo ruolo nei meccanismi dell'insulina".
Certo, per ora si tratta solo di indizi molto vaghi. Ad esempio in questo caso non si riesce a spiegare la differenza di risposta tra moscerini maschi e femmine. Ma forse il grasso ha qualche sorpresa in serbo per noi.