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Notizia del 25/03/2004

Il mistero degli odori

L'olfatto resiste alle inquisizioni degli scienziati

Il neurone olfattivo Vi siete mai soffermati ad assaporare l'odore di un prato dopo la pioggia? O il sapore fresco di un fiore?

Le migliaia di odori che il nostro cervello può percepire sono il risultato di interazioni molecolari fra cellule specializzate del nostro sistema nervoso, i neuroni olfattivi, il cui funzionamento è ancora un mistero per gli scienziati.

Kevin Eggan e Kristin Baldwin, grazie ad una collaborazione fra la Columbia University, New York, e il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Massachusetts, entrambi in USA, hanno cercato di investigare il funzionamento di queste cellule.

Si conosce ormai da tempo che ogni neurone olfattivo possiede un solo tipo di molecola per sentire gli odori (recettore olfattivo). Dalla combinazione di centinaia di cellule diverse, e quindi centinaia di tipi diversi di recettori, siamo in grado di percepire le sfumature più sottili che la natura è in grado di offrirci.

I neuroni olfattivi sembrano però molto gelosi del recettore che possiedono. Infatti, sono in grado di sintetizzarne solamente un tipo per tutta la durata della loro esistenza. La comunità scientifica si è sempre chiesta se questo fosse dovuto ad una modificazione del genoma del neurone che non gli permettesse di esprimere altri tipi di recettore (come avviene per altri tipi di recettori in cellule come i linfociti T e B), o se invece la scelta fosse dovuta ad altri meccanismi più o meno complessi.

Per risolvere la questione i gruppi di ricerca della Columbia University e dell'MIT hanno clonato un topo a partire da un neurone olfattivo. Se l'espressione del recettore coinvolgeva una modificazione permanente del genoma, i ricercatori si sarebbero trovati davanti ad un topo che era in grado di esprimere sui suoi neuroni olfattivi solo il recettore del topo da cui la cellula era stata prelevata. La scoperta che il topo clonato era invece normale ha dimostrato che il riarrangiamento (il meccanismo di modificazione del genoma) non è alla base della scelta del recettore.

Questa ricerca ha permesso di procedere verso l'analisi di altre ipotesi su come il cervello riesca a percepire gli odori, ma il senso dell'olfatto tiene ancora strettamente nascosti i suoi alchemici segreti.

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