Notizie

Notizia del 14/05/2003

Ictus: pochi sanno riconoscere i primi segnali

Uno studio americano mostra come la popolazione in genere abbia una scarsa conoscenza dei sintomi che possono far pensare ad un attacco cerebrale, un ictus o un attacco ischemico transitorio (TIA).

Questa ignoranza ha degli effetti diretti: si ricorre al medico o all'ambulanza più tardi, spesso dopo una settimana. Se si tratta di un TIA (nel quale i sintomi sono temporanei e spariscono da soli), poi, è molto probabile che la persona colpita non ci andrà mai dal medico. Eppure gli attacchi transitori sono un segnale di allarme molto importante perché indicano la possibilità che nei giorni successivi ci sarà un vero ictus, quindi la tempestività dell'intervento e l'inizio delle terapie sono fondamentali.

Lo studio da cui sono emersi questi risultati sulla conoscenza dei sintomi nella popolazione americana è stato condotto da ricercatori dell'Università della California a San Francisco ed è stato pubblicato sulla rivista Neurology.

Gli scienziati hanno effettuato una serie di interviste telefoniche rivolte ad oltre diecimila persone scelte a caso. Solo il 9% di loro è stato in grado di dire quali sono i tipici segnali di un attacco cerebrale. Alcuni, poi, ricordavano di aver avuto effettivamente quei sintomi nei mesi precedenti l'intervista, ma non si erano mai rivolti al medico.

Anche con tutte le limitazioni dovute al sistema di telefonare a casa (che ha escluso, ad esempio, le persone ricoverate nelle case di riposo), lo studio americano mostra chiaramente la necessità di educare maggiormente la popolazione a riconoscere rapidamente i sintomi di un ictus o un Tia. In questi casi, infatti, il tempo è un fattore decisivo per l'evoluzione successiva della malattia e, a volte, per la sopravvivenza stessa del paziente.

Suggerimenti