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Notizia del 14/10/2005

I virus che "migliorano" le loro vittime prima di ucciderle

Normalmente i virus fanno un lavoro sporco: entrano nelle cellule o nei batteri, installano il loro codice genetico e "convincono" l'organismo vittima a produrre altri virus. Ma c'è un caso in cui il gioco è ancora più subdolo.

Secondo un articolo pubblicato dalla rivista Nature, un tipo di virus appartenente alla categoria dei batteriofagi (che infettano i batteri) riesce non solo a far fabbricare altri virus da parte della sua vittima, ma fa restare alta la produzione di energia da parte di quest'ultima, anche se sta morendo.

La ricerca, condotta dal Massachusetts Institute of Technology, riguarda un cianobatterio marino, il Prochlorococcus. Questo organismo è capace di svolgere la fotosintesi, ricavando energia dalla luce solare. Ma quando viene infettato da un virus batteriofago (anche chiamato fago), le sue funzioni comincerebbero rapidamente a sparire, visti i danni dell'infezione stessa. Quindi la produzione di energia diminuirebbe rapidamente, e potrebbe creare solo pochi virus prima di morire.

Però il batteriofago ha un'arma segreta: al momento dell'infezione installa nel codice genetico del cianobatterio un gene in più, chiamato D1. A questo punto il batterio comincerà a produrre una proteina che lo renderà capace di continuare il processo di fotosintesi anche mentre sta morendo. In questo modo la produzione di virus sarà notevolmente aumentata.

Secondo i ricercatori, il gene D1 non apparteneva originariamente al virus batteriogago, che invece lo avrebbe incorporato casualmente nel suo codice genetico prelevandolo da altri batteri, come spesso avviene. Essendosi dimostrato molto utile, il gene è stato conservato secondo le più classiche leggi dell'evoluzione.

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