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Notizia del 17/01/2012

Gravi conseguenze per i pesci a seguito dell'incremento di CO2 negli oceani

La concentrazione di anidride carbonica negli oceani è in continuo aumento, con potenziali conseguenze negative sulla vita degli organismi marini. Due recenti ricerche, condotte da Paolo Domenici dell’Istituto per l’ambiente marino e costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Oristano (Iamc-Cnr) con i ricercatori della James Cook University e dell’ Università di Oslo, evidenziano effetti deleteri e rischiosi sui pesci, come la perdita della naturale tendenza a spostarsi preferenzialmente su un lato davanti a un ostacolo e di quella ad allontanarsi dall’odore di un predatore. 

Queste disfunzioni comportamentali, di cui non si conosceva il meccanismo, sono dovute al malfunzionamento del GABA-A, un recettore del sistema nervoso centrale con fondamentali effetti su diversi tipi di neuroni che dipende dalle quantità relative di ioni quali cloro e bicarbonato, a loro volta alterate dall’esposizione a livelli elevati di CO2.

E' facile prevedere che l’incremento negli oceani della CO2, aumentata del 40% negli ultimi due secoli e stimata per la fine del secolo tra 700-900 parti per milione contro le attuali 380 ppm, avrà quindi enormi conseguenze sul comportamento e la sopravvivenza di numerose specie marine.

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