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Notizia del 22/02/2003

Famiglie numerose: occhio al cuore

Per dirla con la sceneggiata napoletana, "I Figli... So' Pezzi E' Core". E secondo un gruppo di ricercatori dell'Università di Bristol, in Gran Bretagna, effettivamente figli e cuore hanno una relazione molto stretta, e non solo in senso affettivo.

Esaminando 4.286 donne e 4.252 uomini di età compresa tra i 60 ed i 79 anni, gli scienziati inglesi hanno scoperto che quelli con molti figli sono maggiormente esposti al rischio di malattie cardiovascolari.

Nelle famiglie dove ci sono solo due figli, o anche meno, si vive decisamente meglio dal punto di vista del cuore. Se invece aumentano le cose si mettono proprio male: nelle donne ogni figlio dopo il secondo porta ad un aumento del rischio di ammalarsi di infarto del 30%. Negli uomini succede lo stesso, ma il rischio in più per ogni nuovo arrivo in famiglia è "solo" il 12%.

"I genitori che hanno famiglie numerose - commenta Debbie Lawlor, tra gli autori dello studio - tendono ad avere minori risorse economiche, e questo li porta spesso ad avere uno stile di vita sbagliato, cosa che li espone al rischio".

E gli esami di laboratorio, secondo la ricerca, che è stata pubblicata sul sito Internet della rivista Circulation, parlano chiaro: i genitori con molti figli sono in media più obesi ed hanno il colesterolo "cattivo" più alto nel sangue, e lo stesso succede per i trigliceridi.

C'è anche da considerare un altro particolare, ancora difficile da spiegare: se non si considerano obesità, colesterolo e tutto il resto, il rischio degli padri con molti figli risulta uguale a quello degli altri uomini. Quindi effettivamente c'è un problema di alimentazione o di abitudini sbagliate indotte dalla famiglia numerosa.

Ma per le donne le cose vanno diversamente: anche non considerando quei fattori, il rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari rimane comunque più alto nelle madri di molti figli. Secondo Lawlor questo si spiega con un effetto specifico che le gravidanze multiple potrebbero avere nel metabolismo della donna. Ad esempio favorendo la nascita della cosiddetta insulino-resistenza, considerata un fattore di rischio importantissimo per le malattie cardiovascolari.

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