Notizie

Notizia del 11/11/2002

Energia oscura nell'universo: nuovi indizi

Una ricerca condotta dagli astronomi dell'Università di Manchester aggiunge nuovi indizi sull'esistenza reale della cosiddetta "Energia oscura", una forza presente nel cosmo che eserciterebbe una specie di azione antigravitazionale, spingendo le galassie ad allontanarsi le une dalle altre con maggiore rapidità.

Qualcosa di simile all'energia oscura fu già introdotto da Einstein nella sua Teoria della Relatività. Chiamata Costante cosmologica, questa forza fu dapprima ipotizzata dallo scienziato tedesco, che però successivamente definì l'idea "Il mio più grande errore".

Invece è tornata fuori prepotentemente negli ultimi anni. Osservando supernove esplose in remotissime galassie, infatti, alcuni astronomi hanno trovato che queste ultime sembrano allontanarsi da noi con sempre maggiore velocità. E' esattamente il contrario di quello che ci si attenderebbe nel modello classico del Big bang, dove all'esplosione iniziale, che ha dato la "spinta" all'universo, dovrebbe seguire un graduale rallentamento della velocità di espansione dovuto alla reciproca attrazione gravitazionale tra tutte le galassie. Invece gli astrofisici si sono trovati tra le mani un universo che, man mano che invecchia, sembra espandersi più velocemente. Una forza nuova, quindi.

I dati raccolti dagli astronomi inglesi, pubblicati su Physical Review Letters, sembrano ora confermare questo modello.

Il metodo seguito per lo studio usa un fenomeno molto curioso: la "Lente gravitazionale". E' un effetto che si verifica quando tra un oggetto celeste molto lontano (tipicamente un quasar) e la Terra si interpone un altro oggetto (una galassia). Poichè la gravità, curvando lo spazio - tempo, curva anche il percorso dei raggi luminosi, la luce proveniente dal quasar viene incurvata proprio come se passasse attraverso una lente. Il risultato è che attorno alla galassia si possono vedere due o più immagini dello stesso quasar. Addirittura, se l'allineamento è perfetto, la luce del quasar viene distribuita tutto attorno, creando quello che viene definito anello di Einstein. Naturalmente lo stesso vale per le onde radio.

C'è un altro elemento da tenere in considerazione in questo discorso: data l'equivalenza tra massa ed energia, anche l'energia oscura contribuisce a determinare, allo stesso modo della materia normale, la geometria dello spazio-tempo del nostro universo.

Con queste premesse, i ricercatori inglesi hanno effettuato un calcolo di tutte le lenti gravitazionali osservate nel cosmo dai vari radiotelescopi, e poi hanno usato la statistica. C'è infatti un rapporto preciso tra il volume dell'universo e la probabilità con la quale la luce di un quasar possa essere distorta da una galassia che si trova tra esso e la Terra. Contando le varie lenti gravitazionali, gli scienziati hanno visto che il volume dell'universo che ne viene fuori è effettivamente proprio quello che ci si aspetterebbe se in esso stesse agendo l'energia oscura.

"Questo test - dice Ian Brownem uno dei partecipanti al progetto - è basato su argomenti completamente differenti rispetto a quelli degli ultimi mesi, e pertanto ci fornisce una prova indipendente a supporto dell'energia oscura".

Sicuramente un argomento complesso, sul quale bisognerà lavorare ancora molto. Ma ciò che ci si presenta davanti ora è un universo molto più strano di quanto pensassimo, nel quale le galassie più lontane fuggiranno via a velocità sempre maggiori, fino a sfiorare quella della luce.