Endometriosi, scoperta nel feto l'origine della malattia
E’ tutta italiana la scoperta di un gruppo di scienziati guidati dal Prof. Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione Italiana Endometriosi Onlus che ha individuato l'origine dell'Endometriosi, una malattia finora pressoché sconosciuta che colpisce 3 milioni di donne in Italia, 14 in Europa e 150 nel mondo. I ricercatori hanno infatti trovato cellule di endometrio al di fuori dell’utero nei feti femminili già dalla 16.ma settimana di vita intrauterina, in una percentuale compatibile a quella riscontrata nella popolazione femminile adulta. Alla luce di tale scoperta, l’Endometriosi, così determinata, non può essere considerata una malattia ricorrente ma congenita. Ulteriori ricerche sono state già intraprese per comprendere i meccanismi che inducono tale difetto organogenetico, ai fini di individuare metodi di prevenzione, diagnostica precoce e terapia.
L'Endometriosi colpisce unicamente le donne, anche in età giovanissima (3 milioni i casi in Italia, 14 milioni in Europa e 150 milioni nel mondo) e può rimanere misconosciuta per anni. Forti dolori addominali, difficoltà nei rapporti intimi, stanchezza fisica cronica, incapacità di recarsi al lavoro nei giorni “critici”: sono questi i sintomi rivelatori, spesso sottovalutati poiché molto simili a quelli del ciclo mestruale e che tendono a riflettersi negativamente sulla sfera privata di molte giovani coppie. Il ritardo diagnostico, che in Europa si attesta in media sui nove anni, ha conseguenze talvolta drammatiche quali la resezione intestinale con relativa colostomia (il sacchetto per le feci) e l’infertilità.
“Tra le cause della malattia” ha spiegato il Prof. Signorile “c’è anche l’inquinamento chimico. Fattori inquinanti come gli Endocrine Disruptors, presenti in alcuni luoghi di lavoro, sono infatti tra gli elementi scatenanti della malattia: dai farmaci ai pesticidi, dai plastificanti fino alle sostanze di origine industriale”.
La scoperta rappresenta una nuova, grande speranza per milioni di donne affette da questa malattia, che ogni anno costa al nostro Servizio Sanitario Nazionale 180 milioni di Euro e che, con le sue 33 milioni giornate lavorative perse per anno, grava pesantemente sull’intero sistema produttivo del Paese.