Da una ricerca torinese una nuova arma contro il carcinoma delle ghiandole surrenali
I ricercatori dell’Università di Torino presso l’ospedale San Luigi di Orbassano hanno svolto uno studio che potrebbe portare a nuovi risultati per la lotta al carcinoma delle ghiandole surrenali, una forma di tumore molto raro (rappresenta lo 0,2% di tutti i casi di cancro) ma altamente maligno in quanto ricompare in più del 75% dei casi anche in seguito alla rimozione chirurgica.
Questa speranza viene dal mitotane, un composto derivato dall’insetticida DDT. Questa sostanza nota da tempo è stata oggetto di molte controversie a causa dei suoi effetti altamente tossici per il fegato e il sistema nervoso. Nonostante ciò i ricercatori torinesi hanno osservato come attraverso una terapia a base di mitotane il periodo senza recidive che separa l’asportazione del carcinoma al surrene dalla ricomparsa del cancro è triplicato, passando dai 12 mesi ad un periodo che arriva fino ai 42 mesi. Gli scienziati del San Luigi sono riusciti a trovare il dosaggio minimo, ma più equilibrato, per ridurre al massimo i rischi senza limitare l’efficacia del farmaco. La ricerca, che ha osservato l'evoluzione della malattia nei pazienti a cui era stato somministrato il mitotane confrontandoli con quelli seguiti senza questo farmaco, ha studiato 177 casi, che vanno dal 1985 al 2005, provenienti da 8 centri italiani e da 47 centri tedeschi.
Lo studio, del quale i principali artefici sono stati il Prof. Massimo Terzolo e il Prof. Alfredo Berruti, è stato pubblicato il 7 giugno dal prestigioso “New England Journal of Medicine” accompagnato da un editoriale di David Schteingart, professore dell'Università del Michigan e autorità mondiale del settore, che l’ha definito “accuratamente eseguito” e “attendibile”.
I risultati raggiunti dai ricercatori torinesi potrebbero portare a future scoperte non solo per il carcinoma delle ghiandole surrenali, ma anche per molti altri tipi di tumore più comuni. Ma la ricerca è solo all'inizio. Prossimo obiettivo degli scienziati del San Luigi è quello di scoprire il motivo per il quale non tutti i malati sottoposti al trattamento hanno reagito al farmaco allo stesso modo.