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Notizia del 10/11/2011

Coma, quanto profondo?

 

Un test semplice ed economico che consenta di diagnosticare comunque in modo approfondito  se pazienti in stato vegetativo permanente abbiano ancora coscienza, pur non avendo la capacità fisica per esprimerla. 

Il nuovo metodo è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori del Coma Science Group dell’Università di Liegi in collaborazione con ricercatori della London University of Western Ontario e dell’Università di Cambridge.  

I medici chiedono solitamente  ai pazienti in stato di coma di eseguire un compito muscolare, come muovere la mano o il piede, ma il fatto di non ottenere una risposta motoria non necessariamente significa che il soggetto non è in grado di comprendere, può essere, infatti, che egli non possa muoversi perché gli infortuni hanno colpito i nervi, il midollo spinale o il cervello.

Fino a oggi una eventuale risposta a livello encefalico poteva essere misurata attraverso strumentazioni basate sulla risonanza magnetica funzionale (fMRI), un metodo molto costoso, di cui parecchie strutture ospedaliere non hanno la disponibilità. 

Con questo nuovo test viene misurata direttamente l'attività della corteccia motoria usando l'elettroencefalografia (EEG), un metodo più economico, utilizzabile in tutti i centri ospedalieri e anche a casa.



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