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Da qualche anno viene guardato con interesse l'uso dell'aspirina in alcuni casi di gravidanze a rischio, tipicamente quelle con problemi legati ad un'alta pressione sanguigna e dovuti ad obesità, storia familiare di ipertensione gestazionale, o preeclampsia.

In questa terapia entra ora in gioco il fattore tempo: gli effetti migliori del trattamento con aspirina, infatti, sembrano aversi quando la si prende immediatamente prima di andare a dormire. Lo indica una ricerca realizzata dall'università di Vigo, in Spagna, e presentata alla conferenza annuale dell'American Heart Association sull'ipertensione.

Lo studio ha seguito il classico schema: 341 donne incinte che presentavano uno dei fattori di rischio sono state divise in sei gruppi. Il primo (gruppo di controllo) prendeva una sostanza inefficace, il placebo, mentre gli altri cinque assumevano 100 milligrammi di aspirina, ma in orari diversi. I risultati sono stati particolarmente interessanti: la pressione sanguigna veniva abbassata sensibilmente nelle donne che la prendevano otto ore dopo il risveglio, e l'effetto diventava ancora più evidente se le compresse venivano inghiottite più tardi, al momento di andare a letto. Praticamente nessun effetto, invece, lo faceva l'aspirina assunta al mattino.

Mentre nel gruppo di controllo i casi di ipertensione si sono avuti nel 30,4 per cento delle donne e quelli di parti prematuro nel 17,9 per cento, le donne trattate con aspirina al mattino hanno visto ridursi la percentuale di ipertensione al 6,8%, e nessun caso di prematurità si è presentato.

Naturalmente, raccomandano gli scienziati, il discorso dell'aspirina in gravidanza deve sempre essere valutato assieme al proprio medico e deve essere legato alla presenza effettiva di fattori di rischio in rapporto ai possibili effetti collaterali. "A dispetto dei potenziali vantaggi - dice Ramon Hermida, capo della ricerca - non tutte le donne incinte possono avere effetti positivi dall'aspirina".