Anche la fisica al servizio della ricerca farmacologica
Un gruppo di ricercatori di Sincrotrone Trieste S.C.p.A. ha messo a punto un protocollo d’analisi in grado di evidenziare la forma cristallina dei principi attivi presenti nelle diverse fasi di preparazione di un farmaco, fino a quella del prodotto finito sotto forma di compressa.
Il metodo utilizzato richiede l’uso di un sincrotrone, ossia di una macchina capace di produrre raggi X e altri fasci di luce di estrema intensità (fino a 10 miliardi di volte maggiore di quella della luce solare) per l’analisi dei materiali e delle loro proprietà.
L’efficacia di un farmaco e la sua modalità d’azione, infatti, dipendono non solo dalla composizione chimica del principio attivo ma, in particolare, dalla sua forma cristallina, ovvero dall’organizzazione delle sue molecole nello spazio. Due farmaci che hanno la stessa composizione chimica ma una diversa forma cristallina possono avere sullo stesso paziente effetti diversi o essere più o meno efficaci, se non addirittura dannosi. È quindi necessario analizzare la struttura dei principi attivi in maniera approfondita per poter escludere la presenza di cristalli indesiderati.
In questo modo si hanno importanti ricadute nel controllo dei processi di produzione dei farmaci, nella protezione brevettuale dei principi attivi e nelle procedure di anticontraffazione tese a garantire la sicurezza dei prodotti sul mercato