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Notizia del 09/01/2007

Allarme clima: come cambieranno l'Europa e l'Italia?

Una ricerca UE evidenzia i problemi ambientali ed economici per il futuro

L'allarme per le conseguenze dei cambiamenti climatici in corso, già lanciato da associazioni ambientaliste e da numerosi organismi di ricerca, viene ora drammaticamente ribadito da uno studio effettuato per conto della Commissione Europea e pubblicato dal Financial Times. Le conseguenze di un riscaldamento globale possono diventare nel lasso di tempo di pochi anni incontrollabili sia dal punto di vista ambientale che da quello economico, con un reale rischio anche dal punto di vista della perdita di vite umane.

Alla desertificazione di alcune zone della Terra farebbe da contraltare la sommersione di ampi territori a seguito dell'innalzamento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacci perenni. In Europa sarebbero proprio i territori mediterranei, come l'Italia, la Spagna, la Grecia, a soffrire maggiormente di una situazione di siccità, riduzione della fertilità del suolo, incendi e inondazioni. L'impatto del surriscaldamento climatico non risparmia piante e animali che, a fronte di variazioni significative del loro habitat naturale, potrebbero scomparire o andare a colonizzare altre aree con conseguenze spesso gravi.

Gli scenari prospettati dallo studio sono due: il primo prevede un innalzamento della temperatura di 2,2 gradi; il secondo, più tragico, prevede un innalzamento di 3 gradi. Si parla di un numero conseguente di decessi umani che potrebbe arrivare a variare tra i 36.000 e gli 87.000 entro l'anno nel 2071 e di costi economici che da 4,4 miliardi di euro già nel 2020 potrebbero salire sino a 42,5 miliardi nel 2080.

Il ministro Padoa Schioppa ha subito proposto l'istituzione di una Commissione Ministeriale per mettere a fuoco le possibili conseguenze per l'Italia e sviluppare una strategia adeguata in direzione dell'adozione di interventi di miglioramento dell'efficienza energetica e introduzione di energie rinnovabili che riducano il più possibile l'emissione di gas serra, così come previsto dal protocollo di Kyoto.

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