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Notizia del 11/10/2004

Alla ricerca della pianta di caffé decaffeinato

Chi beve caffé decaffeinato sa bene che quello che si trova nella tazzina è il prodotto di una complessa operazione chimica volta ad estrarre la caffeina senza rovinare il gusto. Un lavoro impegnativo, che spiega anche il maggior costo di questa bevanda.

Ma alla Emory University, negli Stati Uniti, stanno seguendo una strada sperimentale che, un giorno, potrebbe portare ad avere semplicemente piante di caffé senza caffeina. Ci sarebbero insomma due coltivazioni diverse di caffè.

I ricercatori della Emory, che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista American Chemical Journal, sono partiti da un'osservazione ben nota: nelle piante come caffé e tè viene prodotta caffeina, che poi viene trasformata in teofillina (una molecola usata come farmaco per l'asma, tra l'altro). Solo che la produzione di caffeina ha un ritmo piuttosto elevato, mentre la successiva trasformazione in teofillina è molto lenta. Ecco perché c'è un accumulo della prima.

Per studiare questo processo i chimici americani hanno modificato dei batteri in modo da rendere la teofillina indispensabile alla loro vita, però hanno messo a loro disposizione solo caffeina. A quel punto i batteri non avevano scelta: o trasformare la caffeina o morire. Contemporaneamente nel loro DNA è stato inserito anche quella parte di codice genetico della pianta del caffé che governa la produzione dell'enzima capace di convertire la caffeina.

Quindi i batteri potevano farsi da soli la loro teofillina. Fin qui niente di speciale. Ma gli scienziati vogliono usarli per accelerare la reazione di degradazione della caffeina. "Poiché i batteri che abbiamo modificato hanno bisogno di teofillina per la loro stessa sopravvivenza - dice Justin Gallivan, a capo della ricerca - speriamo che il loro enzima diventi sempre più veloce".

A quel punto il gene dei batteri con l'enzima "migliorato" potrebbe essere reimmesso nel codice genetico delle piante. Il risultato sarebbe avere caffè e tè nei quali la caffeina non riesce ad accumularsi perché viene rapidamente trasformata in teofillina. Un decaffeinato senza procedimenti chimici, insomma.

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