Al Cern tutto come previsto: «Superato un giro di boa di grande importanza»
L'esperimento preliminare dell’Lhc (Large hadron collider) al Cern di Ginevra è partito come da programma poco dopo le 9,30 del 10 settembre, con l'obiettivo di verificare il funzionamento del più grande acceleratore di particelle del mondo, costato oltre 6 miliardi di euro. Nel test preliminare un fascio di particelle ha percorso per la prima volta interamente l'anello di 27 chilometri, senza però essere "accelerato" dai magneti superconduttori e quindi con una velocità inferiore a quella prevista per gli esperimenti, che sfiora quella della luce. Inoltre, i fasci di protoni iniettati in entrambe le direzioni non sono stati fatti scontrare.
«È stato superato un giro di boa di grande importanza, un momento critico essenziale all’avvio di qualunque macchina acceleratrice, specie se della complessità e delle dimensioni di Lhc. Le mie più vive congratulazioni ai ricercatori, ai dirigenti e al personale tutto del Cern, che anche in questa occasione hanno dimostrato le loro grandi capacità», questo il commento del professor Luciano Maiani, attuale presidente del Cnr e già direttore generale del Cern (1999-2003). «La direzione del Cern», ricorda Maiani, «è stata un’esperienza entusiasmante, dal punto di vista scientifico e manageriale, che mi ha caricato di grandi responsabilità, tra cui proprio quella di dare avvio alla realizzazione di Lhc».
Nei prossimi giorni verranno iniettati nuovi fasci di protoni, che verranno poi accelerati e fatti scontrare. Sono quattro gli esperimenti principali su cui si concentreranno i circa tremila fisici coinvolti nel progetto: Atlas e Cms daranno la caccia al bosone di Higgs (la cosiddetta "particella di Dio" che ha dato massa a tutte le altre), Lhcb studierà le differenze tra materia e antimateria, mentre Alice si occuperà dello stato della materia nei primi istanti dell'universo.