Il morbo di Alzheimer è un processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, portando le persone che ne sono affette a un deterioramento delle proprie capacità cognitive che progredisce con il tempo.
La causa principale è l’accumulo di betamiloide, una proteina che, depositandosi tra i neuroni, agisce come una sorta di collante, costituendo delle placche che inglobano i neuroni. A questo si accompagna una importante diminuzione della acetilcolina, uno dei principali neurotrasmettitori.
La conseguenza di queste disfunzioni è il blocco della trasmissione degli impulsi nervosi tra neuroni, cui fa seguito la morte degli stessi e una progressiva atrofia del cervello.
La malattia di Alzheimer rappresenta la più comune tra le demenze senili ed è correlata con l’età: molto rara sotto i 65 anni, la sua incidenza aumenta progressivamente con l'aumentare dell'età, per raggiungere una diffusione significativa nella popolazione oltre gli 85 anni.
Non esistono ancora a oggi terapie in grado di far regredire la patologia, né tantomeno di fermarne i sintomi, questo significa che, oltre a coinvolgere in maniera critica di chi ne è afflitto e i suoi familiari, questa patologia rappresenta un grande carico socio-economico per tutta la comunità.