Il fattore di crescita del sistema nervoso (NGF) è stato scoperto nel 1951 da Rita Levi Montalcini, che per questo ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 1986.
Si tratta di una sostanza di natura proteica appartenente alla famiglia delle neurotrofine, cioè costituita da due proteine identiche tenute insieme da legami non covalenti, con un peso molecolare complessivo di circa 26000 dalton (13260 dalton ogni subunità) e costituita da 118 aminoacidi. Ha un elevato grado di omologia fra specie differenti e ha una struttura conservata durante l'evoluzione. Viene purificato dalle ghiandole salivari sottomascellari del topo adulto e dal veleno di serpente: infatti è sintetizzato sia dai neuroni sia dalle cellule del sistema endocrino immunitario, in particolare da eosinofili, mastociti e linfociti.
La sua azione biologica è mediata dal legame a due classi di recettori, uno a bassa affinità denominato p75, in grado di legare anche altre proteine note come neurotrofine, e una proteine di membrana glicosilata dal peso molecore di 140KD che possiede un'attività tirosin chinasica intrinseca.
Diverse evidenze sperimentali, sia in vivo che in vitro, dimostrano che l'NGF è in grado di prevenire il danno neuronale di origine chirurgica, chimica, meccanica o ischemica (cioè conseguente all'interruzione di irrorazione sanguigna che comporta una mancanza di ossigenazione indispensabile per la vita delle cellule), pertanto sono stati ipotizzati dei possibili utilizzi di questa molecola nella cura di patologie del sistema nervoso centrale e periferico, nonché in alcune patologie che coinvolgono il sistema immunitario, nel quale è stato identificato un ruolo importante di questa molecola.
Le malattie in cui si pensa di poter utilizzare l'NGF per ottenere una guarigione o un miglioramento delle condizioni del paziente sono il morbo di Alzheimer e di Parkinson, caratterizzati dalla degenerazione neuronale, malattie che colpiscono la sensibilità periferica come la lebbra, il diabete, l'AIDS, i traumi chirurgici, e in una malattia che colpisce l'occhio, l'ulcera corneale neurotrofica.
Per quanto riguarda il sistema immunitario l'NGF ha un effetto chemiotattico su monociti e granulociti. Su queste cellule inoltre è in grado di stimolare la fagocitosi e il rilascio di mediatori chimici. Infine è in grado di indurre la trasformazione dei linfociti B in plasmacellule, le cellule che secernono gli anticorpi, e quindi contribuisce all'instaurarsi della memoria immunitaria.
Infine l'NGF sembra essere coinvolto nei processi ematopoietici, cioè nella generazione delle cellule del sangue, infatti a livello delle sedi ematopoietiche, il midollo osseo e nel timo, sono espressi i recettori per questa molecola.
Questa proteina è infine prodotta abbondantemente durante fenomeni allergici quali quelli osservabili nella sclerodermia sistemica e nel lupus eritematoso sistemico, e il suo dosaggio potrebbe pertanto essere utile in futuro nella diagnosi di queste malattie.
Letture consigliate: Rita Levi Montalcini,