L’encefalopatia spongiforme bovina (BSE, da
Si ritiene che il contagio avvenga quando l’animale sano introduce nel proprio organismo, mediante l’alimentazione, tessuti di animali infetti.
È causata dall’accumulo nel tessuto nervoso di particelle proteiche (prioni) che non inducono la produzione di specifici anticorpi o infiammazione: si tratta quindi di “agenti infettivi non convenzionali”, diversi dai comuni virus e batteri e straordinariamente resistenti alla maggior parte dei trattamenti disinfettanti.
La ricerca scientifica ha dimostrato che l’agente che provoca la BSE è lo stesso della nuova variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vCJD) che colpisce l’uomo. A fronte di 188.515 bovini colpiti da BSE in tutto il mondo si sono contati 170 uomini colpiti da vCJD. È chiaro perciò che gli animali sospetti di BSE non devono poter arrivare nella catena alimentare, né direttamente né attraverso i mangimi animali.
Il primo caso di BSE si verificò nel Regno Unito nel 1986. La causa viene imputata all’uso delle farine animali nell’alimentazione dei bovini. Otto anni dopo l’Unione europea metteva al bando definitivamente tale pratica, evitando così il riciclaggio dell’agente infettivo.