Glossario

anestesia

Il termine anestesia indica genericamente l'abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associata a rilassamento muscolare. L'anestesiologia è, quindi, quella branca della medicina che si occupa di annullare la sensibilità dolorifica e la coscienza durante un intervento di chirurgia. La parola «anestesia» fu introdotta dal medico e poeta Oliver Wendell Holmes, che la mutuò dal greco ἀναισθησία («mancanza della facoltà di sentire»).

Nello specifico l'anestesia è quell'atto medico che, attraverso farmaci specifici, induce un profondo stato di narcosi, ovvero uno stato di apparente vita sospesa in cui sono "attive" solo le funzioni vegetative. Nello specifico gli scopi dell'anestesia sono: la soppressione dello stato di coscienza (ipnosi), l'abolizione del dolore (analgesia), il rilassamento dei muscoli (miorisoluzione), l'abolizione del ricordo (amnesia) e la riduzione delle complicazioni legate allo stress chirurgico.

I farmaci che inducono la narcosi possono essere somministrati dall'anestesista per due vie: quella iniettiva (in particolar modo quella endovenosa) e quella inalatoria.

L'anestesia viene divisa in tre fasi: pre-operatoria (preparazione), intra-operatoria (somministrazione dei farmaci anestetici e monitoraggio) e post-operatoria (risveglio e recupero delle funzioni vitali).

Esistono inoltre differenti tipi di anestesia:

Anestesia topica o di superficie: è un'abolizione reversibile della sensibilità in una piccola parte del corpo, mediante la somministrazione esterna e localizzata (in genere su una zona di cute o di mucosa) di anestetici sotto forma di creme, unguenti, gel o spray.

Anestesia locale: è un'abolizione reversibile della sensibilità in una piccola parte del corpo mediante la somministrazione localizzata di anestetici attraverso infiltrazione della cute o del sottocutaneo nella zona interessata dall'intervento.

Anestesia loco-regionale o regionale: è un'abolizione reversibile della sensibilità e della motilità in una regione del corpo mediante l'iniezione selettiva di anestetico intorno a un tronco o un plesso nervoso (anestesia tronculare), oppure a livello midollare (anestesia subaracnoidea) o perimidollare (anestesia epidurale). Con l'anestesia loco-regionale solo una zona specifica del corpo è anestetizzata: il dolore proveniente da questa zona viene bloccato e non arriva al cervello.

Sedazione: può essere profonda o cosciente; è utilizzata per procedure diagnostiche o terapeutiche moderatamente dolorose, quali le endoscopie, o in associazione a un'anestesia locale.

Neuroleptoanalgesia: è una situazione di indifferenza al dolore e agli stimoli esterni in cui il paziente mantiene però, almeno in parte, la capacità di collaborare.

Anestesia generale: comporta la totale perdita di coscienza, con analgesia completa e rilasciamento muscolare. È il tipo di anestesia più usato, in particolare negli interventi che richiedono incoscienza del paziente, lunga durata e rilassamento muscolare prolungato. Durante l'anestesia generale tutto il corpo è paralizzato, il cervello è profondamente addormentato e il paziente non sente nulla e non ricorda l'operazione subita. È un metodo multifarmacologico (si usano molti prodotti combinati, anche fino a 15). Il termine narcosi è un sinonimo di anestesia generale.

Anestesia combinata: è l'associazione di due tecniche precedentemente citate, l'anestesia loco-regionale associata a una sedazione profonda o all'anestesia generale.

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