Dossier

Colture tipiche piemontesi, risorse genetiche da mantenere

Vitigni

Le piante riferibili al genere Vitis fecero la loro comparsa in Europa all’inizio dell’era terziaria, quindi alcune decine di milioni di anni or sono. Avevano morfologia molto diversa da quella attuale e solo a partire dal pliocene - da 5,2 a 1,8 milioni di anni or sono - sono reperibili resti di viti abbastanza simile all’attuale. La Vitis vinifera fa la sua comparsa in Italia nell’era geologia più recente (neozoico), come dimostrano reperti nella zona di Ascoli Piceno e nei dintorni di Roma. Quanto all’utilizzo delle bacche della vite da parte dell’uomo i ritrovamenti si riferiscono al neolitico, mentre, per parlare di coltura della vite e preparazione del vino in Italia settentrionale, il riferimento degli studiosi è alla civiltà villanoviana (primo millennio avanti Cristo), con importanti successivi contributi da parte degli Etruschi e degli Euganei.

Il grande vigneto di langa Dal centro la coltura si diffuse nel nord Italia e nelle province oltralpe soprattutto con l’estendersi dell’impero romano: da allora, con alterne vicende legate alle circostanze storiche, sociali ed economiche, e accompagnata dalle difficoltà connesse alla diffusione di malattie devastanti per la vite, la viticoltura divenne un’attività specializzata nel panorama dell’agricoltura piemontese.

Il Piemonte ha raggiunto e conserva una posizione di primo piano nel panorama viticolo italiano: il suo è un patrimonio che comprende un gran numero di vitigni autoctoni, con la maggioranza di rossi, ed una significativa presenza, per i bianchi, quella del vitigno Moscato. I vitigni tipici hanno trovato nelle caratteristiche del clima – calore, luce, precipitazioni - e del terreno – composizione, giacitura, esposizione - delle colline piemontesi le condizioni adatte per svilupparsi e fornire un’importante contributo all’economia locale. Ne è logica conseguenza che il Piemonte possa vantare una lunga tradizione di studi e di studiosi nella disciplina della viticoltura.

In tempi relativamente recenti, le tecniche del miglioramento genetico hanno permesso di migliorare la produttività dei vitigni e la qualità delle produzioni, in quanto tali tecniche permettono di agire sulla diversificazione delle caratteristiche qualitative, sulla resistenza ai parassiti e possono facilitare l’adattamento delle varietà alle condizioni pedo- climatiche delle zone “vocate” alla viticoltura.

A partire dagli anni ’70 il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha dato avvio all’attività di selezione clonale, per fornire materiale vivaistico, come vitigni e portainnesti, di identità certa, avente caratteristiche positive tipiche della popolazione e sicuro dal punto di vista sanitario. Tra le caratteristiche cui devono obbedire i cloni frutto del lavoro selettivo c’è anche la “rappresentatività dei caratteri tipici della varietà di appartenenza”.

In quest’ottica si pongono le numerose attività degli Istituti presenti sul territorio. L’Istituto di Virologia Vegetale del CNR nelle sue due sedi piemontesi di Torino e Grugliasco effettua controlli diagnostici sui vitigni di cultivar autoctone del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta per passare poi alla fase di selezione clonale e sanitaria. Per quanto riguarda la viticoltura tipica della Regione, l’Unità di Grugliasco ha in corso due importanti linee di ricerca: oltre la selezione clonale (genetica e sanitaria) dei vitigni del Piemonte e della Liguria, realizza l’attività di reperimento, conservazione, caratterizzazione e valorizzazione del germoplasma minore o raro dell'Italia Nord-Occidentale.

Uva Grisa nera Il DI.VA.P.R.A. da anni realizza e pubblica studi per il settore vitivinicolo regionale, tra i quali ricerche per la valutazione, la caratterizzazione e la valorizzazione delle vocazioni vinicole dei vitigni tradizionali, oltre a lavori specifici relativi alle tecniche di vinificazione destinate a migliorare la qualità dei mosti e dei vini tipici prodotti. Questi e innumerevoli altri, come l’ultracenetenario Istituto Umberto I di Alba, specializzato per la Viticoltura e l'Enologia, formatore di enotecnici, sono i preziosi contributi della cultura scientifica piemontese all’economia regionale, per mantenere e valorizzare i 15 vitigni maggiori ed i 29 vitigni minori che compongono il patrimonio viticolo regionale.

Per approfondimenti

Attività ricerca IVV http://www.cnr.it/istituti/Ricerca.html?cds=107

Ricerche DI.VA.P.R.A. http://www.divapra.unito.it/res/totali/ric_el.htm

Elenco vitigni tipici Piemonte http://www.regione.piemonte.it/agri/ita/piemontedoc/vino/vitigni/index.htm

Selezione clonale viti http://www.regione.piemonte.it/agri/ita/piemontedoc/vino/vitigni/dwd/selezclon.pdf

Suggerimenti