Dossier

La missione Integral

Struttura della sonda

Come si è accennato precedentemente, non è facile rilevare i raggi gamma. Tra le molte difficoltà da affrontare, la prima è la necessità di porsi al di fuori dall’atmosfera terrestre che funge da schermo protettivo.

Quando ci si trova in orbita, però, i fotoni sono pochi e molto energetici ed è inutile deviarli tramite specchi o lenti poiché sono così penetranti che nessun tipo di apparato riuscirebbe a concentrarli per focalizzarli su di un rivelatore.

Il satellite, trovandosi a 153.000 chilometri dalla Terra, si trova al di fuori dalle fasce di radiazione terrestre, dove la presenza di particelle di alta energia genera un rumore di fondo che disturba considerevolmente le osservazioni. In più si deve tener conto che i raggi gamma vengono prodotti anche dall’interazione dei raggi cosmici con i materiali che formano il satellite.

integral-payload

Per queste ragioni è indispensabile un apparato che discrimini i fotoni che producono il rumore di fondo da quelli effettivamente prodotti dagli oggetti celesti.

La sonda grosso modo può essere divisa in due settori: il payload ed il modulo di servizio.

Il primo trasporta tutta la strumentazione scientifica necessaria per realizzare la missione, mentre sul secondo sono montati i sistemi di controllo per l’assetto e per la comunicazione a terra del satellite nonché il sistema per la produzione di energia per mezzo dei pannelli solari.

Il progetto del modulo di servizio è grosso modo lo stesso che è installato sul satellite Newton-XMM (lanciato nel dicembre 1999) la cui scelta è stata fatta per limitare i costi della missione.

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