Dossier

Quell'impronta di DNA... L'analisi del DNA nelle indagini forensi

Quanto DNA serve?

Capello in provetta Per effettuare un’analisi dell’impronta di DNA con il metodo classico sono necessari circa 5-10 microgrammi di DNA non degradato. In un capello provvisto di radice contiene circa 30 nanogrammi di DNA genomico, mentre un capello senza radice ne possiede meno di 0,1 nanogrammi.

Se si intende analizzare il DNA proveniente da un singolo capello è necessario utilizzare delle tecniche più sensibili, oggi disponibili, che vanno collettivamente sotto il nome di PCR, o reazione a catena della polimerasi e che si basano sull’analisi di sequenze ripetute più corte, che non risultano generalmente alterate nella frammentazione del DNA dovuta alla sua degradazione.

Inizialmente con questa tecnica si effettuavano analisi solo di campioni di sangue appena prelevati, ma oggi è possibile applicarla anche a sangue coagulato, a piccole quantità di epiteli (per esempio, quelli presenti nella saliva), a bulbi capilliferi, a ossa e sperma.

Però, al contrario del sangue fresco ottenuto dai prelievi per l’analisi di paternità, quelli trovati sulla scena del delitto sono spesso sottoposti a diversi agenti, quali UV, luce, umidità, che possono determinare il deterioramento del DNA, solitamente manifesto nel suo spezzettamento in porzioni piccole, non adatte all’analisi forense con questa tecnica ma solo a quella che utilizza la PCR.

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