Dossier

Memorizzare e archiviare

Quando per leggere non bastano gli occhi

Avete presente le schede perforate utilizzate a lungo anche nei computer, tipo HAL9000 in “2001: Odissea nello spazio”? Bene, questa invenzione viene molto prima dei calcolatori automatici e risale a Joseph-Marie Jacquard, che agli inizi del XIX secolo l’applicò ai telai meccanici per la realizzazione di tessuti operati. Fino ad allora l’informazione era archiviata in modo da essere letta solo da occhi come i nostri. Con l’invenzione del telaio Jacquard per la prima volta i dati memorizzati sono destinati ad essere letti da una macchina. Il dispositivo di lettura delle schede era costituito da file di aghi che potevano attraversare le schede solo dove c'erano i fori: i fili dell’ordito, fissati agli aghi, venivano così tirati e alzati automaticamente permettendo il passaggio della trama.

Nello stesso secolo vengono realizzati anche apparecchi per la memorizzazione e la riproduzione delle immagini e dei suoni. Nel 1839 viene annunciata la nascita della fotografia, associata alla scoperta che alcune sostanze si modificano quando vengono colpite dalla luce. La tecnica fotografica si sviluppa non solo nel passaggio dalla lastra alla pellicola, ma anche nell’evoluzione delle macchine fotografiche, frutto di applicazioni dell’ottica e della meccanica. La pellicola come supporto di registrazione delle immagini viene utilizzata anche con altri tipi di onde elettromagnetiche, ad esempio nelle radiografie per “registrare” i raggi X o nelle macchine fotografiche a infrarossi.

L’utilizzo della pellicola trova la sua evoluzione anche nel cinema: l’invenzione è attribuita ai fratelli Lumière, che per primi nel 1895 realizzano un apparecchio in grado di proiettare su uno schermo un film composto da inquadrature successive riprese ogni quarantacinquesimo di secondo. Il supporto di registrazione è anche in questo caso la pellicola ma cambiano gli apparecchi per scrivere e leggere l’informazione. In realtà i primi sistemi per memorizzare e riprodurre immagini in movimento, rispettivamente il cinetografo e il cinetoscopio, sono invenzioni di Edison, ma con il cinetoscopio la visione è ristretta ad un solo spettatore per volta, non si può quindi parlare ancora del cinema come lo intendiamo noi.

Di Edison è anche la realizzazione del fonografo, il primo apparecchio per registrare messaggi sonori. Si tratta di un cilindro rotante ricoperto di carta stagnola. L’onda sonora prodotta dal suono da registrare mette in vibrazione un diaframma che è collegato ad una puntina. La puntina è appoggiata sul cilindro e con i suoi movimenti incide la superficie della stagnola. Il sistema di lettura è analogo, ma utilizzato per così dire al contrario, nel senso che una puntina segue i solchi sulla stagnola e fa vibrare il diaframma che riproduce i suoni. Dal fonografo, che Edison immaginava destinato alla sola registrazione di messaggi e non certo della musica, discenderanno invece il grammofono e il giradischi per i vinili.

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