Dossier

Mondo micotossine

Prevenzione

Le micotossine sono state identificate e studiate di recente, ma la loro esistenza è certamente antica. I danni causati all’uomo e agli animali non erano, fino ad alcuni decenni or sono, riconducibili a queste molecole, con le quali la vita animale ha raggiunto una sorta di equilibrio dinamico.

Ora che ne sono note molte e che si conoscono le leggi che regolano la vita dei funghi che le producono, è possibile adottare dei metodi di prevenzione.

I funghi hanno bisogno di acqua (Aw), ossigeno (minimo 1-2%), tempo e temperatura adeguata (variabile da specie a specie ) per svilupparsi.Fusariosi su mais Altri fattori predisponenti sono la natura del substrato e, per le contaminazioni in campo, le lesioni dovute agli attacchi di insetti o a danni meccanici e lo strato di stress idrico della pianta dovuto a siccità. La prevenzione comincia dunque dalla qualità iniziale delle materie prime, che è una conseguenza dell’adozione di tecniche colturali corrette. Prosegue, per le fasi di stoccaggio e immagazzinamento, con il controllo della temperatura, dell'umidità e dell'ambiente di conservazione, e con l’adozione di trattamenti fisici e chimici idonei a prevenire le muffe, senza trascurare la pulizia dei mezzi di trasporto e dei sili.

Oltre all’adozione di questi sistemi preventivi, il contenimento delle contaminazioni può seguire altre vie. Ad esempio, operando un controllo capillare delle importazioni dei prodotti provenienti dalle aree geografiche più soggette a contaminazioni (aree tropicali – subtropicali, paesi del nord Europa, USA) e migliorando la sanità dei mangimi, i quali a loro volta devono derivare da materie prime minimamente contaminate e non da prodotti, come mais, orzo o soia, scartati come prodotti agricoli contaminati e quindi non adatti ad uso umano.

Un altro sistema che in un futuro potrà contribuire al controllo delle micotossine è rappresentato dalle tecniche dell’ingegneria genetica, con le quali è possibile introdurre o potenziare l’azione di geni con specifica attività antifungina, in grado perciò di aumentare la resistenza del vegetale all’attacco della muffa tossigena. Tra le metodologie più recenti e innovative è da segnalare l’isolamento di due ceppi di lieviti (di cui uno di Exophiala spinifera) ed un ceppo batterico (appartenente al genere Caulobacter) in grado di accrescersi utilizzando la fumonisina B1 come unica sorgente di carbonio, degradandola completamente fino alla formazione di CO2. Gli enzimi responsabili di tale degradazione sono stati isolati ed espressi in piante di mais transgenico che, sperimentate in campo, sono risultate con un livello di contaminazione da fumonisina decisamente più basso rispetto al mais tradizionale. Anche le varietà di mais transgenico (Bt mais) contenenti geni isolati da Bacillus thuringiensis (i quali codificano per proteine tossiche per alcuni insetti) producono raccolti a minor contenuto di fumonisine, poiché presentano una maggiore resistenza all’attacco della piralide e quindi alla colonizzazione delle spighe da parte di ceppi tossigeni di Fusarium verticillioides. (Visconti A., Solfrizzo M., Avantaggiato G., De Girolamo A. 2000). Fungo Fusarium Nel caso del latte la prevenzione parte dal rispetto di una buona prassi produttiva in grado di evitare le contaminazioni. Quindi razioni per le bovine ben bilanciate tra foraggi e mangimi, cercando di autoprodurli seguendo le buone prassi agricole o di acquistarli comunque da produttori in grado di garantire prodotti con i minimi contenuti in aflatossine consentiti dalla legge. La presenza di micotossine ed il relativo livello di contaminazione possono essere stabilite e monitorate grazie ad opportune analisi.Attualmente il sistema più diffuso, affidabile ma con elevati costi d’investimento, prevede un’estrazione con colonnine ad immunoaffinità, e successivo dosaggio con cromatografia liquida ad alte prestazioni (H.P.L.C.).

La ricerca tecnica è al lavoro su questo fronte per cercare sistemi semplici ed economici: sono per esempio da alcuni anni disponibili Kit rapidi per la determinazione delle micotossine nel latte e in altri prodotti, che si basano sui metodi di analisi E.L.I.S.A., tecnica di analisi immunochimica che prevede il dosaggio con una più economica analisi colorimetrica.

E’ da sottolineare come la prevenzione alla contaminazione da micotossine rientri tra gli obiettivi dei recenti regolamenti comunitari (Reg. 1881/2006 e 1126/2007) e in materia di sicurezza alimentare, che indicano i mezzi per ottenere alimenti e mangimi più sicuri: buone pratiche agricole, corrette prassi operative, sistemi di rintracciabilità obbligatori, identificazione dei punti critici nei processi produttivi e relative procedure per controllarli e correggerli. Se la gestione delle filiere produttive sarà corretta e ciascun anello della filiera sarà responsabile del proprio operato, si otterranno vantaggi consistenti e diffusi sulla qualità igienico sanitaria degli alimenti e dei mangimi in generale e , nello specifico, minori problemi nella diffusione delle micotossine.

Per approfondimenti Metodo HPLC:

http://www.chimicando.it/esperimenti/chimica_analitica_quantitativa/Corso_HPLC/corso_hplc_prima_parte.pdf

Suggerimenti