La altre mostre...
Nell’anno di Torino World design capital le mostre e le esposizioni dedicate al design quasi non si contano: spuntano ai quattro angoli della città e della Regione, offrendo preziose occasioni di conoscenza e riflessione. Di seguito, una rapida rassegna di quelle aperte nella seconda metà dell’anno.
(Fino al 31 dicembre, via Po-piazza Vittorio Veneto, Torino)
L'esposizione open-air si propone di avvicinare i cittadini al mondo del progetto, presentando in un contesto inusuale 80 oggetti che hanno fatto la storia del design. I pezzi in mostra sono stati selezionati per la loro carica innovativa, in relazione al contesto e al periodo in cui sono stati concepiti, e per la loro grande popolarità: dalla moka express del 1936, al jelly fish (orologio della Swatch) del 1983, sino ad arrivare alla bottiglia Ty Nant di Lovegove del 1999. Ciascuno degli oggetti proposti è stato scelto perché immediatamente riconoscibile dal grande pubblico. L’obiettivo è diffondere una nuova concezione del design, sottolineandone il carattere democratico e la presenza costante nella vita quotidiana.
Flexibility. Design in a fast-changing society
(Fino al 12 ottobre, ex complesso carcerario «Le Nuove», via Borsellino 1, Torino)
La mostra si interroga sui legami tra flessibilità e design, dove per «flessibilità» si intende la facilità con cui un sistema o un suo componente si può modificare e adattare all’uso in applicazioni o ambienti diversi da quello per cui è stato originariamente progettato. La curatrice, Guta Moura Guedes, insieme ai sound designers Enrico Ascoli e Rui Gato, con la collaborazione di Pedro Gadanho e R2 per l'allestimento e la grafica, mette in scena alcune tra le infinite declinazioni della parola «flessibilità», evidenziandone il carattere irrinunciabile per gran parte delle specie terrestri.
YouPrison. La prigione come metafora della limitazione della libertà
(Fino al 21 settembre, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, via Modane 16, Torino).
Francesco Bonami, direttore artistico della Fondazione, ha invitato undici studi di architettura a progettare una cella detentiva, una tipologia progettuale tabù, come testimonia la resistenza iniziale di tutti i progettisti coinvolti.
Al dibattito giuridico e politico sui luoghi di detenzione raramente si affianca quello architettonico. La gestione penitenziaria dei vari Paesi, tuttavia, si confronta necessariamente con l'edilizia, fissando una serie di standard abitativi, ma lasciando da parte le valutazioni connesse alla qualità dell'abitare. In genere, inoltre, l'idea di limitazione della libertà si traduce, per semplice analogia, in quella di limitazione dello spazio. Da queste considerazioni scaturisce il quesito etico che turba la coscienza del progettista: se, cioè, il progetto dello spazio carcerario debba essere considerato parte integrante della pena, e quindi anch'esso limitativo, o offrire un livello abitativo dignitoso per un essere umano. Gli studi partecipanti provengono da ogni parte del mondo (Stati Uniti, Cina, Iran, Libano, India e Italia): ciascuno ha offerto un’interpretazione del tema molto differente, influenzata dal diverso contesto politico e sociale di origine.
International Design Casa. Una vetrina in città per storie di design provenienti da tutto il mondo
(Fino al 13 novembre, sedi varie a Torino)
Interrogandosi su altri modi di intendere, praticare e sviluppare il design, l’iniziativa apre un confronto tra la cultura del progetto di Torino e dell'Italia e quella di altre città e nazioni del mondo. Alcuni fra i più prestigiosi organismi internazionali legati al design prendono temporaneamente "casa" nel capoluogo piemontese e aprono le porte al pubblico per farsi conoscere, presentare la realtà del proprio design nazionale, le politiche in atto per promuoverlo, le prospettive future. Una carrellata di esposizioni disseminata nel centro della città, che porta a Torino uno sguardo inedito e simultaneo su come la cultura del progetto si esprime in altre parti del globo, spaziando dal vivace panorama europeo ai Paesi in rapido sviluppo dell'estremo Oriente.
Programmata in concomitanza con la Conferenza internazionale sull'International design policy («Shaping the global design agenda»), l'iniziativa è occasione per approfondire la comprensione del design sia come strumento di comunicazione di identità e valori, sia come strategia per disegnare nuove vie di sviluppo economico.
L'Oro del design italiano. La Collezione del Compasso d’Oro
(Fino al 31 agosto, Scuderia Grande – Reggia di Venaria Reale)
Il Premio Compasso d’Oro, il più ambito riconoscimento al progetto, al prodotto, alla ricerca e al merito, da oltre cinquant'anni si trova idealmente al centro degli eventi che diffondono presso la società la comprensione dei contenuti e delle finalità del design.
La rassegna intende raccontare l'inedito valore della collezione storica del Compasso d'Oro, recentemente vincolata e tutelata come parte del patrimonio storico artistico italiano. Gli oggetti esposti sono circa 400, in rappresentanza degli oltre duemila che compongono la Collezione storica, alimentata negli anni dalle ventuno edizioni dell’omonimo premio ADI (inclusa l’ultima, la cui cerimonia si è svolta eccezionalmente a Torino, anziché come di consueto a Milano, lo scorso 26 giugno).
(Fino al 23 novembre, Torino Esposizioni, corso Massimo d’Azeglio, 15)
Evento dedicato alla storia dell'automobile, articolato in tre mostre tematiche che, nel corso dell’anno, raccontano la storia del secolo appena trascorso («Novecento»), il fascino della velocità («Velocità»), l'evoluzione dello stile («Dream»). Le auto esposte sono selezionate all'interno del patrimonio del Museo nazionale dell'automobile «Carlo Biscaretti di Ruffia» (temporaneamente chiuso per restauri della sede storica), che comprende oltre 170 veicoli. A queste vetture si aggiungono straordinari modelli, in alcuni casi esposti al pubblico per la prima volta, provenienti da collezioni private.
(Fino al 31 dicembre, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, via Serralunga, 27, Biella)
La mostra parte dall'arte e dalla creatività per avviare un percorso di ricerca e di sensibilizzazione sui materiali e sui manufatti ecosostenibili. I «prodotti di svolta», già ampiamente utilizzati nell'architettura bioecologica e nell'ecodesign, combinano le tecnologie d'avanguardia con la responsabilità nei confronti dell'ambiente e rappresentano una valida alternativa nell'arte del costruire.
(Fino al 31dicembre, via Principe Amedeo, 38/D, Torino)
La mostra espone progetti, realizzazioni e rappresentazioni di opere di design (sculpture, art, industrial, garden, plaza, park, playground e urban space) espressione di un innovativo «design sensibile», che trasforma i luoghi di vita in uno spazio per la mente in cui l’uomo può vivere in armonia.
(Fino al 31 dicembre, Museo del design, via Sestriere 33, None-Torino)
Galliano Habitat ha inaugurato il Museo del design presso la sede storica dell'azienda. Obiettivo è costituire un punto di riferimento per la promozione e diffusione della conoscenza del design. Una parte dello spazio espositivo è inoltre dedicata a conferenze, lezioni e video. In mostra oggetti noti al pubblico come la «sedia superleggera» di Giò Ponti, lo sgabello Mezzadro e la lampada Taraxacum di Castiglioni, disegni originali come gli esecutivi della lampada Tizio, e oggetti meno conosciuti come la calcolatrice Divisumma 18 di Bellini o la Moka 9090 di Sapper.
Torino 011. Biografia di una città
(Fino al 12 ottobre, Officine grandi riparazioni delle strade ferrate, corso Castelfidardo, Torino)
L'esposizione è allestita all'interno di uno dei più importanti spazi dell'industria torinese, sotto le caratteristiche navate dell'edificio «ad H» delle Officine grandi riparazioni (Ogr). Grazie anche alla vicinanza della mostra «Flexibility. Design in a fast-changing society», questa porzione della città, che si pone sin da ora quale centro delle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia nel 2011, inizia a definire la propria vocazione di polo espositivo per l'arte e la cultura.
La mostra, a cura di Carlo Olmo e Arnaldo Bagnasco, offre una preziosa occasione per riflettere sui cambiamenti fisici, sociali ed economici di Torino dagli anni ‘80 a oggi, e per presentare criticamente i processi di trasformazione urbana in corso, assieme ai progetti e agli scenari che interesseranno Torino nel futuro. All'interno della fabbrica dismessa, il percorso espositivo si snoda attraverso ambienti diversi che raccontano la metamorfosi di alcuni luoghi (il quartiere Mirafiori, il complesso industriale del Lingotto, il centro storico, le Spine...), interpretati come rivelatori delle nuove strutture sociali e come condensatori di processi economici e culturali. L'itinerario si articola in grandi mappe interattive, proiezioni e simulazioni, ma anche disegni, schizzi e foto d'autore. Nel periodo di apertura della mostra, gli spazi interni ed esterni delle Ogr sono ravvivati anche da un ricco calendario di eventi (proiezioni di film e documentari, incontri, dibattiti, workshop dedicati alla città e alle sue trasformazioni).
Canelli: tecnologia e design una memoria per il futuro. Storia dell’enomeccanica piemontese
(Fino al 31 dicembre, Cantine storiche, Canelli)
Canelli, capofila dell’omonimo distretto industriale piemontese, celebra un territorio che ha generato in 50 anni un polo enomeccanico di eccellenza mondiale, dove la tecnologia si combina con la creatività. Presso le più celebri cantine storiche cittadine è allestita un’esposizione che evidenzia l’ingegno di costruttori capaci di coniugare in modo sapiente soluzioni tecniche efficaci ed estetica accattivante.