Dossier

Biocarburanti, opportunità energetiche in espansione

Pellet di legno: una risorsa in fase di valutazione

Per combattere la dipendenza dai carburanti di

origine fossile si stanno studiando nuove

possibilità nel campo delle energie rinnovabili.

Le piante forestali offrono molte opportunità di

utilizzo, dalle più tradizionali alle più

innovative.

I boschi sono una risorsa senza paragoni: regalano grandi quantità d’ossigeno all’atmosfera, stabilità ai terreni, una casa per piante e animali, paesaggi fiabeschi a chi li percorre e legname per una miriade di utilizzi all’uomo. Proprio dalla gestione e dallo sfruttamento del materiale forestale si generano molti residui. A cominciare dai lavori di taglio, potatura e abbattimento, e dalle prime lavorazioni che si effettuano in loco, come il sezionamento dei tronchi, fino alle seconde lavorazioni, effettuate presso le segherie e le aziende manifatturiere, si accumulano grandi quantitativi di scarti e segatura. Queste biomasse possono diventare una fonte di energia alternativa.

La necessità di trovare alternative alle risorse energetiche fossili ha indotto i ricercatori a trovare le soluzioni più efficienti per l’utilizzo degli scarti legnosi o anche a prevedere l’impianto di specie arboricole adatte per ottenere combustibile rinnovabile. I pellet, piccoli cilindri di segatura pressata, sono una delle forme di utilizzo dei residui legnosi che stanno avendo maggiore successo negli impianti di riscaldamento. Vengono prodotti utilizzando come materia prima la segatura prodotta dalle industrie di lavorazione del legno e addirittura si sta valutando la possibilità di fare impianti ad hoc per produrne in maggiore quantità e con qualità ottimale per la successiva trasformazione. L’interesse è rivolto ai pioppi ed ai salici nelle zone dell’Italia settentrionale, all’eucalipto per quelle centrali e meridionali, alla robinia per le zone collinari in genere. La Regione Lombardia e la Regione Piemonte finanziano prove sperimentali, condotte dal Cra – Istituto per la sperimentazione per la pioppicoltura – di Casale Monferrato in collaborazione con aziende pubbliche e private del settore, su impianti cosiddetti di Short rotation forestry, derivanti da modelli di impostazione americana. Ibridi di salice per short forestry rotation Si tratta di allevamenti vegetali con specie arboricole in grado di raggiungere in cinque anni lo sviluppo adatto per diventare materia prima per più utilizzi: combustibile rinnovabile, cellulosa per cartiere, legno in scaglie per usi manifatturieri. Ovviamente il costo di produzione di questo tipo di materia prima riveste un ruolo fondamentale nella valutazione economica di questo tipo di risorsa e perciò nelle sperimentazioni vengono anche collaudati diversi tipi di cure colturali, per avere una indicazione su quelle che offrono i migliori risultati con il minor dispendio economico ed energetico.

I primi risultati indicano che le Srf a turno quinquennale sono adatte a fornire materiale per usi multipli, anche in considerazione delle richieste variabili del mercato. Saranno peraltro ancora necessari studi e investimenti per promuovere il processo di produzione e di trasformazione del materiale legnoso giovane a possibile filiera in grado di essere economicamente sostenibile e costituire un’alternativa interessante in ambito agro-forestale.

Per approfondimenti

http://www.populus.it

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