Dossier

Le biotecnologie che vengono dal mare

Nuovi farmaci dagli abissi

Gli organismi marini dai quali sono estratte sostanze con proprietà medicinali sono già molti.

Ecteinascidia turbinata Da un invertebrato dei mari caraibici, Ecteinascidia turbinate, si estrare la trabectedina, un principio attivo che viene utilizzato come modello per realizzare, in versione sintetica, un farmaco antitumorale. Il principio attivo agisce legandosi al DNA ed impedendo ad alcuni geni di intensificare la loro attività. Viene in tal modo rallentata la divisione cellulare e di conseguenza la crescita di vari tipi di tumore, come il sarcoma.

Da due specie del batterio attinomicete Micromonospora marina, isolato per la prima volta nelle coste del Mozambico, si ottiene il composto Thiocoraline che si dimostra attivo come agente di investigazione antitumorale, nelle analisi cromatografiche e in fluorescenza, nei casi di tumore del polmone, del colon, del rene e per il melanoma.

Bugula neritina I briozoi sono minuscoli invertebrati acquatici che vivono in colonie arborescenti ancorate ad un substrato sommerso, come la costa rocciosa o le strutture portuali. La Bugula neritina ne è un esemplare che vive in simbiosi con il batterio Endobugula sertula produttore di briostatina, una proteina che ha il compito di allontanare i predatori. Inizialmente ritenuta una molecola efficace contro alcuni tipi di tumore, il principio attivo è ora allo studio per le sue capacità stimolanti nella sintesi di quelle proteine necessarie per attivare la memoria a lungo termine e quindi potenzialmente utile nella cura della malattia di Alzheimer.

I molluschi della specie Conus magnus hanno conchiglie eleganti e sgargianti nei colori. Il corpo molle al loro interno è in grado di paralizzare le prede grazie all’azione di una spina velenosa. Gli scienziati hanno individuato la sostanza responsabile di tale effetto: si tratta di un particolare tipo di peptide (omega-conopeptide) Conus magnus che oggi viene replicato sinteticamente per ottenere un antidolorifico utilizzato nel trattamento del dolore in forma grave e cronica. La bellissima stella marina Marthasterias glacialis ha dato la possibilità ai ricercatori del CNRS de Roscoff (Francia) di estrarre una molecola con proprietà antiproliferative. Il loro effetto inibente si esercita sulle proteine chinasi ciclina-dipendenti (cdk), che hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo cellulare. Studiando il meccanismo con cui avviene la regolazione della divisione cellulare, è auspicabile poter arrivare a sintetizzare molecole con azione simile, in grado di bloccare le sole cellule tumorali, preservando le sane.

Marthasterias glacialis Ciascuna di queste sostanze, come probabilmente molte altre ancora sconosciute, hanno grandi potenzialità. Purtroppo spesso queste rimangono tali o hanno possibilità applicative limitate, perché sono comunque notevoli le difficoltà ed i costi connessi con il loro reperimento. In secondo luogo, non sempre è possibile o facile, con le attuali conoscenze, arrivare alla loro sintesi chimica, che resta in ogni caso il passaggio obbligato per la messa in produzione e per l’impiego su vasta scala.

Per approfondimenti

Biotech dal mare http://www.fi.cnr.it/r&f/n6/cariello.htm

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