Dossier

Alla conquista del nanomondo

Curarsi con le piccole cose

nanorobot nel sangue Minuscoli robot che viaggiano attraverso i vasi sanguigni per scovare i tumori, molecole medicinali che vanno a colpire solo le parti malate senza avere effetti collaterali, nano-bisturi che operano una singola cellula: le nanotecnologie applicate alla medicina offrono molte suggestioni, con soluzioni che oggi hanno ancora un sapore fantascientifico, ma che in alcuni laboratori di ricerca nel giro di qualche anno usciranno dalla sperimentazione.

Le nanotecnologie potranno migliorare l'individuazione, la diagnosi e il trattamento delle malattie. Le ricerche più promettenti riguardano delle nanosfere che potrebbero somministrare i trattamenti in punti specifici dell'organismo senza portare gli effetti collaterali collegati ai medicinali tradizionali, che si distribuiscono invece in tutto il corpo. Molti studi si stanno indirizzando ad esempio a colpire le cellule tumorali, che le nanomedicine possono distinguere da quelle normali per alcune loro caratteristiche. Ad esempio, quando i tumori diventano più grandi di un millimetro, producono i loro stessi vasi sanguigni e assorbono molecole più grandi di quanto non facciano i tessuti sani. Questa proprietà è studiata per sperimentare delle "nanobiglie" che si accumulano solo dove si stanno formando dei nuovi vasi sanguigni. Irradiando poi l'area del tumore con un laser a una frequenza luminosa vicina a quella dell'infrarosso, che non viene assorbita dai tessuti circostanti, si riesce a riscaldare le nanosfere, che con il calore distruggono le cellule in cui si trovano.

Le nanosfere, rese invisibili al sistema immunitario, possono raggiungere il loro bersaglio anche avendo sulla superficie delle particolari molecole di cui sono ghiotte le cellule cancerose, per poi rilasciare lì le medicine che le uccidono, o portare molecole che sono anticorpi, in grado di marcare le cellule tumorali in modo che il sistema immunitario le riconosca come estranee e le distrugga. Anche le caratteristiche magnetiche delle nanoparticelle, associate all'uso della risonanza magnetica, sono sperimentate per distruggere i tumori.

Le applicazioni delle "pallottole" nanometriche potrebbero rivoluzionare la medicina nel giro di 5-10 anni. Le nanotecnologie permetteranno anche di migliorare le immagini diagnostiche, con mezzi di contrasto migliorati, con cui si individueranno le anomalie nei primi stati di sviluppo, quando sono più facili da curare. Anche le protesi dureranno di più e si legheranno più facilmente alle ossa quando saranno costruite con nanoparticelle.

Tra le applicazioni più futuribili si progettano dei nanorobot, composti di atomi assemblati uno per uno, in grado di compiere le mansioni più diverse, come pulire le arterie ostruite o analizzare una cellula malata e costruire sul posto una molecola curativa. Prototipi di questi minuscoli robot sono già stati costruiti in diversi laboratori, dagli Stati Uniti a Israele, all'Italia.

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