Dossier

Piero Fogliati Poeta della luce

Luce sintetica - 1965

Negli anni Sessanta Fogliati lavora per la realizzazione dei suoi progetti di intervento urbano. Vuole dotare l’ambiente di presenze estetiche agendo anche sugli eventi atmosferici con delle azioni inusuali. Una di queste è la colorazione della pioggia.

Si trattava di non banalizzare l’idea con l’uso di semplici fasci luminosi colorati, ma di creare un evento veramente inconsueto con una luce che avesse «un suo “comportamento particolare”». Attorno alla metà del decennio riuscì ad ideare e a realizzare un tipo di luce che denominerà Luce Sintetica.

Mostra Fogliati: luce sintetica

La Luce Sintetica, denominata anche Luce Fantastica, è composta dalla sintesi di quattro colori: il verde, il blu, l’arancione e il viola. A differenza della luce naturale o artificiale composte dalla fusione di tutti i colori dello spettro, questa luce presenta i quattro colori che la compongono ordinati in successione. I colori si succedono così uno dopo l’altro ciclicamente. Questa regolarità è ottenuta attraverso la rotazione di un disco, sul quale sono applicate delle gelatine colorate, posto tra una lampadina come fonte luminosa e un obiettivo che proietta il fascio di luce all’esterno regolandone l’ampiezza. La velocità di rotazione del disco è talmente alta che il nostro sguardo non percepisce la successione dei colori, ma ha l’impressione di vedere un normale fascio di luce bianca.

Illuminando con questa luce un oggetto in condizione statica, il raggio luminoso mantiene la sua particolare stabilità bianca. Se l’oggetto illuminato è invece in movimento, la luce si scompone svelando i quattro colori che la compongono. Pertanto la peculiarità di questo tipo di luce è rappresentata dalla sua capacità di adattarsi alle caratteristiche dell’oggetto che illumina. Fogliati aveva capito che, proiettando il fascio di Luce Sintetica contro un corpo in movimento, questo si sarebbe colorato dei colori del fascio stesso. Era ciò che voleva fare con la pioggia ed è ciò che ha dimostrato con la realizzazione del Prisma meccanico avvenuta in quello stesso periodo.

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