Dossier

Com'è nata la televisione

Lontano nello spazio e nel tempo

Il primo grande evento trasmesso in diretta furono i giochi olimpici di Berlino del 1936. In quell’occasione la Bosch realizzò anche il primo studio televisivo con tre telecamere, le cui riprese venivano mixate dal regista. Anche in Italia prima della Seconda Guerra Mondiale si fecero delle trasmissioni sperimentali e la Magneti Marelli produsse il primo televisore nazionale. In Inghilterra allo scoppio della guerra le trasmissioni erano già ben avviate ed esistevano 20-25.000 televisori sparsi sul territorio, mentre negli Stati Uniti le trasmissioni regolari iniziarono solo nel 1939 con un numero di apparecchi che raggiungeva appena le 10.000 unità.

La guerra bloccò le sperimentazioni in Europa, mentre gli Stati Uniti nel frattempo perfezionarono i loro sistemi di trasmissione e ricezione.

Fino ai primi anni ’50 i programmi però venivano realizzati e trasmessi soltanto in diretta: non esisteva alcun modo per registrare le immagini. La quantità di informazione necessaria per registrare un’immagine in movimento è infatti molto più grande di quella necessaria, ad esempio, per incidere un brano musicale. La tecnologia di registrazione doveva essere quindi sostanzialmente diversa. Il primo videoregistratore professionale venne realizzato e presentato nel 1956 dalla società americana Ampex, fondata e diretta dall’ingegnere russo Alexander Poniatoff. Per aumentare la densità di informazione registrabile sul nastro magnetico, Poniatoff combinò la velocità di scorrimento del nastro con quella di rotazione delle testine. Il 30 novembre 1956 fu realizzata con l’apparecchio della Ampex la prima registrazione di una trasmissione televisiva, il programma “Douglas Edwards and the News”, trasmesso in differita nelle varie zone degli Stati Uniti.

Suggerimenti