Dossier

L'Europa nello spazio: passato presente e futuro dei razzi-vettori europei

Lo spazioporto di Kourou

La Guyana Francese è celebre nel mondo soprattutto per due cose: la prima è la colonia penale immortalata nel film Papillon, con Steve McQueen e Dustin Hoffman; la seconda è lo spazioporto dell’ESA a Kourou.

Kourou: panoramica di una zona di lancio

Il Centro Spaziale di Kourou è stato fondato all’inizio degli anni ’60, quando la Francia aveva iniziato a sviluppare un programma spaziale autonomo. A partire dal 1975, data di nascita dell'ESA, la Francia ha messo a disposizione la base per l'attività spaziale europea. È grazie ai finanziamenti dei vari paesi che aderiscono al programma dell'ESA che oggi la base è dotata di tutte le strutture necessarie per renderla uno degli spazio-porti più appetibili sul mercato dei lanci a livello planetario.

Kourou: lo schema delle strutture dello spazioporto Le strutture dello spazioporto di Kourou sono imponenti: la sua estensione di 750 km2 è limitata a nord e a ovest da foreste tropicali, mentre ad est costeggia per circa 50 km il litorale atlantico e sud si apre sulla città omonima. Il cuore dello spazioporto è naturalmente la zona di lancio dell’Ariane-5, che occupa il settore all’estremo nord. Qui si trova la rampa di lancio circondata da strutture torreggianti: un serbatoio alto 90 metri, che contiene 1500 m3 di acqua che viene spruzzata al ritmo di 30 m3 sulla piattaforma su cui il motore principale e i razzi-vettori (booster) fiammeggiano il loro propellente. Ma a svettare per circa 80 metri sono anche quattro parafulmini e una torre metallica, che serve a proteggere il lanciatore dal vento e dalle turbolenze.

Kourou: l'edificio BAF Cinque kilometri più a sud si trova l’edificio in cui hanno luogo le fasi terminali dell’integrazione del lanciatore (BAF): dentro un hangar alto 90 metri, l’ogiva termica all’interno della quale sono alloggiati i satelliti da lanciare viene installata sulla sommità dell’Ariane-5. Questa operazione dura 12 giorni, ed è una delle più delicate della intera campagna di lancio.

Le parti inferiori dell’Ariane-5 erano state integrate una sull’altra in precedenza, nell’edificio BIL, a circa un kilometro di distanza. Lo stadio principale criogenico è il primo a essere montato sulla piattaforma di lancio mobile; subito dopo tocca ai due razzi-vettori di spinta, che vengono fissati allo stadio criogenico. Poi il lanciatore viene dotato di “cervello”, lo stadio intermedio che contiene al proprio interno il sistema informatico dell’Ariane-5, sopra il quale viene poi installato lo stadio superiore. Una volta integrato il lanciatore, questo stesso edificio viene usato anche per i test elettrici, eseguiti i quali la rampa mobile viene trasferita su rotaie al BAF.

L’area nord dello spazioporto è completata, nel settore ovest, dagli impianti di produzione di azoto, ossigeno e idrogeno liquidi, che costituiscono il propellente dei motori dell’Ariane-5.

Il settore sud della base è dedicato agli edifici di integrazione dei razzi-vettori (edificio BIP) e ai test di funzionamento (edificio BEAP). Qui si trova anche l’impianto di produzione per il propellente solido usato dai razzi-vettori stessi (UPG). Si tratta di un impianto ad elevata automazione che ha una delle maggiori capacità di produzione al mondo.

Kourou: l'edificio BIL Nel corso dell’ultimo anno, la base di lancio europea è stata sottoposta a diversi interventi che permetteranno di lanciare dalla Guyana francese anche i vettori russi Soyuz, grazie alla costruzione di una nuova rampa di lancio a circa 10 km da quella degli Ariane5, e il nuovo lanciatore ideato dall’Italia, Vega, che presto si aggiungerà alla flotta degli Arianespace e per il quale è stata ripristinata, con le opportune modifiche, la rampa di lancio da cuì si alzò in volo l’Ariane-1, il primo lanciatore europeo. La rampa di lancio del Vega si trova a circa 1 kilometro da quella degli Ariane-5, sempre nel settore nord della base.

Con questa strategia, Kourou sarà in grado di garantire lanci di satelliti di tutte le dimensioni e destinati a qualsiasi tipo di orbita e questa caratteristica la rende la base di lancio più flessibile al mondo.

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