Dossier

Alla conquista del Pianeta Rosso

Le prime foto di Marte: l'arrivo della Mariner 4 sul pianeta

Mariner 4_marte Mentre gli americani erano impegnati a seguire la missione Mariner 4, i Russi lanciarono il 30 novembre, due giorni dopo il lancio della sonda americana, la Zond 2. Inizialmente, la sonda era stata chiamata Mars 2 ma visto che anche stavolta il risultato fu fallimentare e la sonda venne perduta più o meno nello stesso punto in cui era stata perduta la Mars 1, le autorità sovietiche decisero di cambiargli nome, per evitare la serialità di fallimenti e la chiamarono appunto Zond 2.

Per il Mariner 4 statunitense, invece, stava procedendo tutto per il meglio.

La sonda era stata programmata per effettuare una missione flyby. Durante il tragitto di avvicinamento al pianeta, avrebbe dovuto eseguire analisi dello spazio circostante sfruttando l'apparecchiatura scientifica di cui disponeva: un camera per le riprese, un magnetometro, un rivelatore di polvere, uno di radiazioni, un telescopio per i raggi cosmici, una sonda per il plasma solare e un contatore Geiger.

Tra il 14 e il 15 luglio 1965, la Mariner giunse a diecimila chilometri da Marte, inviando 21 immagini del pianeta più alcuni dati ricavati dalle analisi che era riuscita a prendere nel suo straordinario viaggio.

Fu un grande successo.

Oltre a essere la prima sonda a raggiungere Marte, tutti gli esperimenti, eccezion fatta per la sonda per il plasma solare andata in tilt nel dicembre del 1964, funzionarono egregiamente. La Mariner 4 inviò a terra dati e immagini che dimostrarono che Marte possedeva una pressione estremamente bassa tale da rendere impossibile l'esistenza di acqua sul pianeta, neanche allo stato ghiacciato.

Gli scienziati del JPL giunsero alla conclusione che nei poli di Marte non c'era ghiaccio di acqua ma solo di anidride carbonica (ghiaccio secco).

La sonda rivelò un pianeta inospitale e arido, dalla superficie butterata da enormi crateri, assai differente dall’immagine di un pianeta "vivo" simile alla Terra che si riteneva verosimile fino ad allora.

Il mito di un pianeta gemello al nostro così ampiamente diffuso grazie alla incessante opera di studiosi come l'eccentrico Percivall Lowell o come Carl Slipher, fortemente convinti che Marte fosse abitato da esseri intelligenti, crollò sotto i colpi delle immagini del Mariner.

L'era dei famosi canali marziani di Giovanni Virginio Schiaparelli, dai quali era nato il mito dei marziani, tramontò per sempre in quella estate del 1965.

Intanto dall'altra parte della cortina di ferro, l'Unione Sovietica, dopo il fallimento della Zond 2, ritentò nel luglio del 1965 un nuovo lancio. In realtà più che di una missione verso Marte, la Zond 3 rappresentò una sorta di lancio di prova per testare apparecchiature scientifiche e dispositivi tecnici. Ormai la finestra ottimale per lanciare sonde si era chiusa e la Zond 3 si limitò a scattare foto di buona qualità della superficie lunare prima di assestarsi in un orbita eliocentrica, attorno al Sole.

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