Dossier

Quando le parole bisticciano

Le parole difficili

Lo sviluppo del linguaggio è caratterizzato da una serie di fasi nelle quali il bambino acquisisce specifiche competenze inerenti alle diverse componenti del sistema di comunicazione (fonologia, lessico, semantica, grammatica, pragmatica), sia in produzione ,sia in comprensione.

Lo sviluppo del linguaggio nel bambino è caratterizzato da una grande variabilità interindividuale dovuta a fattori biologici,a fattori ambientali, alle stimolazioni linguistiche ricevute…

Normalmente un bambino intorno ai 24 mesi possiede un vocabolario di circa 100 parole e comincia a fare le prime combinazioni in brevi frasi, spesso associate ad una serie di gesti (performativi) che accompagnano anche solo una singola parola e che sottendono un preciso significato. Un esempio può essere quando il bimbo indica un determinato oggetto e dice verbalmente “dammi”. E’ ovvia, in questo senso, la precisa richiesta da parte del bambino dell’oggetto indicato. Questi gesti hanno quindi delle chiare intenzioni comunicative. Successivamente il bambino continua ad arricchire il proprio vocabolario e ad ampliare la frase che da monotermine si evolve in frase bitermine e poi in frase nucleare cioè la frase minima pronunciata dagli adulti. Il bambino, inoltre, è in grado di comprendere frasi sempre più complesse e di eseguire ordini semplici sentiti verbalmente .

Può però accadere che si verifichi un ritardo nell’acquisizione di queste competenze o che si presentino, nel corso dell’acquisizione, alcuni problemi che ostacolano, rallentano e complicano l’uso del linguaggio del bambino

Il ritardo ed il disturbo di linguaggio rappresentano una condizione frequente in età prescolare e possono essere disturbi transitori con sviluppo favorevole ma, se persistono e se presentano particolari caratteristiche, possono essere considerato un problema.

La definizione di ritardo o disturbo di linguaggio in età evolutiva è utilizzata per descrivere diversi quadri clinici molto diversi tra loro. Esistono quadri clinici in cui le difficoltà di linguaggio si manifestano in associazione con altri disturbi o patologie quali la sordità infantile, deficit cognitivi, problemi relazionali…;in questi casi si parla di disturbi di linguaggio conseguenti ,associati o secondari ad altri tipi di problemi.

Esiste però un grande gruppo di problemi di linguaggio in età evolutiva che si presenta isolatamente, in bambini che non presentano alcun altro tipo di difficoltà o patologie.

In questo caso si può parlare di “disturbo specifico di linguaggio” che ha una diffusione di circa il 5/7 % in età prescolare.

In particolare il termine Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) indica un insieme di quadri sindromici caratterizzati da un deficit in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi o di importanti carenze socio-ambientali. L’evoluzione di un DSL può assumere caratteristiche differenti: si può assistere ad un recupero nel tempo che però non deve essere oltre i 4 anni di età; ci può essere una trasformazione in un disturbo settoriale in cui solitamente rimane compromessa la componente fonologica ossia la capacità di organizzare i suoni della lingua o, ancora,il disturbo diviene persistente in più ambiti. Tra i trentasei e i quarantadue mesi è possibile, sulla base di alcuni indici di sviluppo lessicale e grammaticale, distinguere i ritardi di linguaggio transitori da quelli che evolveranno in DSL. In particolare i DSL possono riguardare un disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio oppure un disturbo del linguaggio espressivo o, ancora, un disturbo della comprensione del linguaggio.

Un aspetto molto importante da sottolineare è che un ritardo di linguaggio protratto oltre i 4 anni può essere un indice predittivo per eventuali disturbi di apprendimento a scuola. Quindi è necessario agire il più presto possibile.

In genere l’età dei tre anni è un momento favorevole per poter definire se il disturbo può essere persistente, per sapere se il bimbo in questione è un “parlatore tardivo” oppure se può presentare un DSL

Cosa fare quindi?

Non aspettare che il disturbo o il ritardo si risolva da sé anche se, a volte, è lo stesso pediatra a consigliarlo, ma rivolgersi ad un Centro Specializzato, ad un Servizio territoriale, ad un Azienda Ospedaliera…dove il bambino possa effettuare una diagnosi specifica e ,soprattutto, se necessario, iniziare il trattamento logopedico. Il logopedista, a seconda del tipo di problema presentato dal bambino, imposterà un piano riabilitativo che prevederà numerosi esercizi e stimolazioni da effettuare anche a casa e a scuola.

Nel frattempo…..qualche consiglio per i genitori:

- Ascoltare il bambino quando parla, anche se è presente qualche difficoltà, senza dimostragli ansia

-Dare tempo al bambino che concluda il suo discorso anche se richiede maggiore tempo

- Favorire sempre l’uso del gesto per aumentare l’efficacia comunicativa; l’uso del gesto va incentivato sia quando sono piccoli, sia quando è difficle comprendere il loro eloquio che può essere facilitato dal supporto gestuale

- Non far ripetere al bambino le parole che ha pronunciato in modo errato; se il bambino ha un problema nell’organizzare i suoni della lingua, è possibile che ripeta subito bene ma, dopo pochissimo tempo ripeta nuovamente la parola in modo errato. E’,invece, molto importante che la parola venga ripetuta con una certa enfasi dall’adulto. Il bambino sente così il modello verbale corretto ed impara in maniera implicita dall’adulto. Inoltre, spesso, i bambini con DSL si “arrabbiano” quando viene loro spesso richiesto di ripetere correttamente

- Valorizzare tutte le altre qualità del bambino in modo da aumentare la sua autostima.

- Rivolgersi prima possibile ad un logopedista

Cosa non fare

- Non parlare davanti al bambino delle sue difficoltà

- Non anticiparlo quando parla, completando per lui le parole o le frasi

- Cercare di non interromperlo

- Non fargli ripetere le parole che non riesce a pronunciare

- Non aspettare troppo tempo oltre i tre anni per rivolgersi ad uno Specialista

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