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Le biotecnologie nei trapianti

Le biotecnologie nei trapianti

Si pensa che finalmente fra dieci anni il problema della carenza degli organi sarà del tutto risolto. A questo proposito si stanno studiando strutture biodegradabili in grado di sostituire gli organi malati

La tecnica, di per se stessa avveniristica, si basa sulla possibilità di irrorare artificialmente con una rete di vasi sanguigni le cellule che devono formare la nuova struttura.

Si parte dalla possibilità, già attuabile per alcuni tipi di cellule come quelle della pelle, di riprodurre in laboratorio grandi unità di unità cellulari identiche a quelle del paziente.

Il problema è di riuscire a dar forma ad un organo vero e proprio.

Al momento tutto questo sembra solo un sogno: è più facile che nei prossimi cinque anni si arrivi allo xenotrapianto che abbatte il problema della carenza di organi con la possibilità di sfruttare quelli di altri animali che fungano da donatori.

Gli esperti hanno identificato come potenziale donatore l'animale transgenico che, possedendo nel suo patrimonio genetico geni di origine umana, produce organi potenzialmente trapiantabili.

Nel frattempo si ricorre alla ricerca biomedica per far fronte alle problematiche connesse alla capacità, da parte del soggetto trapiantato, di "accettare" l'organo estraneo.

Una vasta fetta della ricerca è appunto dedicata alla ricerca di metodi in grado di bloccare il rigetto evitando di dover utilizzare farmaci immunosoppressori che rendono il soggetto trapiantato vulnerabile a svariate infezioni.

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