Dossier

Cinque tappe nella quarta dimensione: tutta questa storia per un po’ d’anacronismi

La vita è sogno

Il protagonista implicito delle pagine di Queneau però è il sogno. Ogni due o tre pagine i personaggi de I fiori blusi addormentano, si appisolano, riposano, fanno la siesta. A ogni ora del giorno e della notte, li si sorprende nell'atto di addormentarsi. E, non appena addormentati, sognano. Non che Queneau ci dica a chiare lettere che sognano, ma il lettore lo capisce ugualmente dal ritmo del racconto, dai salti improvvisi, dagli scarti onirici da un'epoca all'altra, da un'ambientazione all'altra. Il Duca d'Auge scivola nel sonno ed ecco che nel sogno appare Cidrolin. E viceversa.

Il bello è che, nella loro realtà, i due convivono con presenze e situazioni che portano il sogno nella quotidianità: il fantastico cavallo Sten che parla e filosofeggia; un misterioso personaggio ostile a Cidrolin che gli imbratta di frasi ingiuriose la recinzione; tutto lo zoo umano che gravita intorno al campeggio poco distante dalla sua chiatta, e così via, in un gioco di salti tra realtà e sogno che sfida il lettore dalla prima all'ultima sillaba.

Possiamo dire che I fiori blu ruotano attorno al triangolo che ha come vertici Cidrolin, il Duca d'Auge e il sogno. I primi due, alla fine, sono probabilmente la stessa persona, Cidrolin/Duca d'Auge, che vive in tempi, momenti e situazioni diverse, anche a grandi distanze temporali. Il sogno è l'artificio che rappresenta la macchina del tempo. Per saltare da un'epoca all'altra, da Cidrolin al Duca d'Auge, o viceversa, il protagonista ha bisogno di sognare. Sognando cambia collocazione nello spazio e nel tempo. Il sogno è un momento di brusca e repentina accelerazione che permette a Cidrolin/Duca d'Auge di muoversi nello spaziotempo.

È il viaggio che forza la collocazione temporale, permettendo salti di cento settantacinque anni.

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