Dossier

La vita nell'universo

La vita dalle nostre parti, nel Sistema solare

Potrebbe esserci vita in qualche altro anfratto del nostro Sistema Solare?

E' vero, l'estensione dello spazio occupato da questo sistema planetario- se lo si paragona alle dimensioni dell'intero Universo o anche della nostra galassia- lo fa apparire alquanto angusto, ma è proprio in questa piccola piega galattica che abbiamo trovato la vita, ne sono sicuro: l'abbiamo vista tutti!

E per le nostre piccole dimensioni umane non è così difficile immaginare che sugli altri pianeti che orbitano instancabilmente attorno al nostro Sole ve ne sia qualche altro, oltre alla Terra, interessato dal fenomeno vita. La ricerca scientifica in tale campo, arrivata- come è normale aspettarsi- senz'altro seconda rispetto alla fantascienza, finora ha raccolto un certo numero di prove contro l'ipotesi di vita sugli altri otto pianeti vicini. Ma nel frattempo ha anche maturato tutta una serie di conoscenze e teorie che lasciano perplessi e non permettono ancora di dire che sicuramente il Sistema Solare, fatta eccezione per la Terra, è una landa tristemente abiotica.

L'osservazione continua dello spazio ci ha permesso di riscontrare nel mezzo interstellare la presenza di molecole complesse, oltre ovviamente all'acqua, composte nella maggior parte dei casi dai soliti carbonio, idrogeno (di gran lunga l'elemento più abbondante in tutto l'Universo osservato), ossigeno e azoto. Molte di queste lunghe catene di atomi di carbonio, dette idrocarburi policiclici aromatici, ci fanno capire come- anche se non osservata direttamente- la vita possa essere in principio molto diffusa data la massiccia presenza nello spazio dei mattoni fondamentali per la costituzione degli amminoacidi, base delle proteine e della vita. Gli idrocarburi (letteralmente composti di idrogeno e carbonio) policiclici aromatici (dato il particolare aroma che manifestano una volta gustati) sono stati scoperti per la prima volta grazie a osservazioni condotte con il satellite IRAS che osserva nella banda infrarossa e l'osservazione sistematica del cielo in questa banda ha permesso di stabilire che ben il 10% del carbonio presente nello spazio interstellare lo si trova contenuto in questo genere di composti. Il più complesso di tutti, creato in laboratorio, è il coronane C24H12.

Gli stessi meteoriti sembrano essere ottimi veicoli di materia organica, ma nell'analisi di quelli che impattano sulla superficie del nostro pianeta è difficile risalire all'origine degli amminoacidi spesso rinvenuti al loro interno e che potrebbero esservi finiti in seguito all'impatto sul suolo terrestre. Gli astronomi, dall'osservazione attenta delle condizioni presenti sugli altri pianeti, sono giunti all'identificazione di una zona cosiddetta "abitabile" all'interno della quale, guarda caso, si trova la Terra.

Questa è una stretta fascia che si svolge tra due orbite limite poste attorno al nostro Sole, una lontana o esterna più o meno data dall'orbita di Marte e l'altra vicina o interna identificabile con quella di Venere, e caratterizzata dalle condizioni di illuminazione e temperatura ideali per la nostra sopravvivenza. Il nostro "appartamento" giace quindi in una zona residenziale piena di luce con una temperatura dell'atmosfera più o meno compresa tra zero e quaranta gradi centigradi.

A queste temperature l'acqua può trovarsi allo stato liquido e questa sappiamo essere una delle condizioni fondamentali imposte alla nostra sopravvivenza ma anche all'insorgere della vita come noi la conosciamo che sembra essersi originata proprio all'interno di oceani primordiali. Come dire che questo nostro appartamento è dotato di luce, acqua e riscaldamento. Altrove, come a esempio su Venere di poco esterno alla zona abitabile, le condizioni sono tali per cui l'elevatissima temperatura data dalla vicinanza al nostro astro e da un potente effetto serra, unitamente a pressioni al suolo incredibilmente elevate e alla velenosità dell'atmosfera, rendono impossibile l'insorgere della vita. Di contro, Marte, posto sul limite esterno della zona abitabile, risulta troppo freddo ed essendo di dimensioni più piccole rispetto al nostro pianeta, non è riuscito a trattenere molta dell'atmosfera un tempo posseduta. Risultato: niente acqua e niente riscaldamento. Non sono in pochi comunque a scommettere sulla possibilità che la vita su Marte sia possibile o, perlomeno che vi sia stata un tempo, allorché anche sul pianeta rosso vi erano oceani e fiumi poi evaporati o finiti nel sottosuolo.

Altri ancora sostengono che alcune lune dei pianeti giganti orbitanti nella zona esterna del Sistema Solare possano ospitare la vita sotto forma di organismi primordiali. Le distanze di questi possibili "mondi" cominciano a essere impegnative per la nostra tecnologia che è riuscita a inviare sonde sui corpi a noi più vicini come la Luna, Marte e Venere e che sta progettando missioni per potere verificare se anche alle grandi distanze dei satelliti di Giove e Saturno si sia potuto accadere qualcosa di analogo a quanto è successo qui da noi.

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