La Storia
La storia di Avio incomincia nel 1908 a soli cinque anni di distanza dal primo volo dei fratelli Wright, che rappresenta l'atto d'esordio dell'aeronautica con mezzi "più pesanti dell'aria". Il celebre SA 8/75 (50 CV, otto cilindri a V di 90°, raffreddamento ad aria) fu il primo di una numerosa famiglia di motori Fiat e segnò l'inizio di una lunga e fortunata serie di sfide tecnologiche e imprenditoriali.
Dopo le prime progettazioni pionieristiche dei motori per aerei, la produzione aeronautica fu avviata su basi industriali a partire dalla Grande Guerra. Nel 1916 infatti, per far fronte alle commesse militari, fu costituita la Società Italiana Aviazione, trasformata nel 1918 in Sezione Aviazione della Fiat. Al termine del conflitto, le risorse tecniche e produttive accumulate durante la gurerra furono indirizzate al nascente settore dei velivoli commerciali. La produzione di aerei completi fu intensificata nel dopoguerra sotto la guida del progettista Celestino Rosatelli, che firmò i famosi caccia Cr e Br, mentre grazie ai motori di alto di alto livello tecnico ed affidabilità gli aerei Fiat mietevano primati mondiali di potenza e velocità.
Gran parte dei traguardi raggiunti tra gli anni Trenta e Sessanta furono legati alla genialità dell’ingegner Giuseppe Gabrielli. Mentre proseguivano gli investimenti nel settore del trasporto passeggeri e merci, con l’apertura sulle rotte europee di linee civili che utilizzavano monoplani bimotori, fu prodotto il G50, il primo caccia monoposto in dotazione all’Aeronautica militare.
Il maggior successo fu il G91, scelto dalla Nato come caccia leggero tattico. La ricerca in campo aeronautico ebbe un notevole impulso, l’azienda torinese collaborò per la parte motoristica al Tornado e all’aereo a decollo verticale Harrier in campo militare, ai Boeing e agli Airbus in campo commerciale.
Oggi è una società leader nella motoristica aeronautica e “l’investimento in ricerca – spiega l’amministratore delegato Roberto Zacchetti – assume importanza vitale, insieme alla visione strategica degli ambiti verso i quali concentrare lo sforzo innovativo. Per questo la ricerca di base, industriale e precompetitiva, è condotta attraverso collaborazioni permanenti in un intenso rapporto a livello nazionale e internazionale che coinvolge una ventina tra università e centri ricerca”