Dossier

Una razza tutta Piemontese

La Piemontese in Italia e nel mondo

La carne di bovini di razza Piemontese è commercializzata sul territorio nazionale da un consorzio che ne garantisce la provenienza da allevamenti selezionati.

Gli allevatori consorziati hanno l’obbligo di rispettare un disciplinare di produzione, depositato presso il Ministero delle Politiche Agricole, in cui sono identificate le razioni alimentari a base di prodotti vegetali.

La razza Piemontese è conosciuta all’estero grazie alle attività di promozione che l’A.N.A.Bo.Ra.Pi. svolge in tutto il mondo in occasione di fiere agricole e mostre zootecniche.

Chi desidera iniziare ad incrociare le proprie fattrici con tori di razza Piemontese, può scegliere il toro che preferisce al Centro Tori (ogni toro testato possiede una completa documentazione sulle caratteristiche della progenie) e acquistare delle dosi di seme congelato, che, al momento opportuno, serviranno per l’inseminazione strumentale.

Attualmente i maggiori importatori di seme sono la Nuova Zelanda, il Brasile e la Svizzera.

La Nuova Zelanda ha importato nel 2001 oltre 10.000 dosi, per fecondare le razze locali ed ottenere meticci con alte rese al macello.

Il Brasile, conoscitore della Piemontese già da anni, possiede allevamenti della Piemontese sia in purezza che per l’incrocio con la locale razza di zebù Nalore.

La vicina Svizzera importa dal Piemonte sia seme congelato che animali vivi.

Tra gli altri Stati in cui ci sono già bovini con sangue in parte piemontese ci sono alcuni tra i maggiori produttori mondiali di carne, come la Repubblica Ceca, gli Stati Uniti, l’Argentina e il Venezuela.

Hanno importato discrete quantità di seme anche la Mongolia, la Colombia, la Grecia e la Spagna.

In Cina già da parecchi anni ci sono riproduttori puri che forniscono seme per l’incrocio con le razze locali.

Le recenti vicende legate alla BSE e all’afta hanno danneggiato il settore zootecnico in generale. La razza Piemontese ha potuto superare la crisi grazie ai particolari metodi di allevamento, semplici e tradizionali, che riducono fortemente i rischi di contrarre la malattia.

Per sostenere e vivificare il mercato, soprattutto verso l’estero, l’A.N.A.Bo.Ra.Pi. ha comunque aumentato il numero di test a cui sono sottoposti i riproduttori, a garanzia della loro sanità.

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