La missione della Huygens: gli strumenti scientifici
Sei è il numero simbolico della missione Huygens. Sei sono infatti gli strumenti della sonda, battezzati con sigle che non ci permettono grandi voli di fantasia su forma e scopo dello strumento associato. E invece grande è il contributo che potrebbero dare alla conoscenza scientifica in campo spaziale. HASI GCMS ACP DISR DWE SSP: sembra una filastrocca in una lingua “titanica”; in realtà è tutto quello che ci serve per studiare l’atmosfera di un mondo alieno lontano centinaia di milioni di kilometri da noi.
Mentre gli strumenti inizieranno la raccolta dei dati, la sonda continuerà la sua discesa. La temperatura atmosferica potrebbe scendere fino a -200 °C, orrendamente freddo per la Huygens. Tuttavia sotto i 50 km di quota l’aria dovrebbe farsi più “mite”. Non solo. La nebbia potrebbe cominciare a diradarsi, lasciando scorgere qualche particolare della superficie in mezzo a batuffoli di nuvole. Più la sonda penetrerà nell’atmosfera, più dettagli si aggiungeranno alle immagini del panorama. Largo alla creatività allora: cosa potrebbe scoprire la Huygens? Oceani di metano ed etano? Un terreno arido con geyser da cui fuoriesce metano da riserve sotterranee? Vulcani che eruttano ammoniaca e acqua? Chi più ne ha, più ne metta. Una cosa, però, è certa: per la prima volta, saremo in grado di ascoltare i suoni provenienti da un altro mondo! Un microfono, che fa parte dello strumento HASI, registrerà il rumore dei tuoni associati a eventuali lampi dell’atmosfera di Titano. Ci dobbiamo preparare alle sorprese.
Se tutto andrà per il meglio, la Huygens toccherà il suolo del satellite alla velocità di 20 km/h e, durante la manovra, lascerà attivi i vari strumenti per continuare a effettuare misure.
Una volta a terra alla Huygens rimarrà comunque poco tempo. Le batterie presto si esauriranno: dai tre minuti previsti fino ai trenta del caso più ottimistico. Dopodiché la sonda riposerà su Titano e sarà il primo artefatto umano atterrato così lontano da casa.
Alla Cassini, in orbita nello spazio, non rimarrà altro che raccogliere gli ultimi segnali della Huygens e mandare sulla Terra tutti i dati accumulati da questa piccola sonda. Pochi minuti di missione per così tante informazioni che gli scienziati impiegheranno mesi a elaborare. E infine il velo di mistero intorno a Titano si dissolverà come nebbia mattutina al sole. Forse.