Dossier

La dislessia: come imparare a conoscerla

La dislessia evolutiva

La dislessia è un disturbo della lettura di natura neurobiologica che si manifesta in individui in età evolutiva privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche.

È un disturbo di automatizzazione delle procedure di transcodifica dei segni scritti nei corrispondenti fonologici in soggetti che non abbiano patologie o traumi a differenza della dislessia acquisita.

L’O.M.S, l’Organizzazione mondiale della Sanità, ha stabilito che il livello intellettivo deve essere nella norma, il livello di lettura deve essere significativamente distante da quello di un coetaneo, il soggetto deve essere indenne da problemi sensoriali e neurologici, il disturbo deve essere persistente e deve presentare conseguenze sulla scolarizzazione o nelle attività sociali in cui è richiesto l’impiego della lettura. È una condizione clinica che interessa circa un bambino ogni trenta e deve essere considerata non una patologia vera e propria ma una variante rispetto alla normalità.dis2

La perdita della capacità di leggere in seguito a eventi patologici che comportano danni cerebrali viene invece definita Dislessia acquisita.

I bambini dislessici mostrano una inefficace automatizzazione del processo di lettura, abilità che dovrebbe appresa alla fine della seconda elementare circa ed essere strutturata dalla terza elementare, età in cui il bambino dovrebbe velocizzare la lettura e accedere direttamente al significato. Per quanto concerne la comprensione del testo succede spesso che bambini dislessici riescano a comprendere ciò che hanno letto anche con una qualità di lettura piuttosto scadente.

Da ciò si evince che i problemi di lettura del bambino dislessico riguardano la velocità e la correttezza di lettura e non la comprensione del testo cioè tutti i cosiddetti processi automatizzabili, diversamente da quanto accade ai “cattivi lettori” che possono oralizzare bene ma comprendono meno.

Alcune ricerche effettuate su soggetti della scuola media inferiore hanno evidenziato che in lingue cosiddette “trasparenti” come l’italiano (con un’elevata consistenza nelle corrispondenze grafema-fonema) il corso naturale della dislessia evolutiva indica che i ragazzi di queste età hanno migliorato sensibilmente le loro capacità di leggere correttamente anche le parole ortograficamente complesse, mentre la loro velocità rimane significativamente deficitaria. Da ciò si deduce che il vero “nocciolo duro” del problema sia il parametro della rapidità che sottende l’automatizzabilità dei processi.

A seconda della gravità dei soggetti essi possono essere classificati in:

· Medio-lievi con un buon compenso ed una fluenza di lettura sufficiente.

· Dislessici severi con discrepanza crescente che rende difficile la comprensione.

Fasi della dislessia evolutiva

Prime fasi di apprendimento ( 1° elementare)

· Difficoltà e lentezza nell’apprendimento del codice alfabetico e nell’applicazione delle “mappature” grafema-fonema;

· Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fomemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette;

· Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente;

· Capacità di lettura, come riconoscimento di un numero limitato di parole note

Fasi successive (2°-4° elementare)

· Graduale apprendimento del codice alfabetico e delle “mappature” grafema-fonema;

· Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse;

· L’analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate;

· Migliora l’accesso lessicale, anche se resta lento e limitato alle parole più frequenti.

Suggerimenti