Dossier

La clonazione

La clonazione terapeutica dell'uomo

La ricerca scientifica nel campo dei trapianti ha fatto dei passi da giganti negli ultimi anni, ponendo delle pietre miliari per quanto riguarda la chirurgia e i farmaci che permettono ai pazienti di riprendere una vita normale.

D'altro canto nonostante l'elevato tecnologia che ci mette a disposizione la medicina moderna, per molti pazienti non c'è nulla da fare, e non perché manchino gli strumenti scientifici bensì manca la materia prima, l'organo da sostituire.

Le richieste di organi da trapiantare aumentano di giorno in giorno, e le liste di attese, sebbene ormai organizzate in modo efficiente su un circuito internazionale, diventano sempre più lunghe, spesso troppo lunghe.

Da questa situazione nasce quindi l'esigenza di trovare vie alternative, e se vogliamo anche un po' meno macabre, di quelle oggi a disposizione in cui solo il decesso di un individuo può salvare la vita ad un altro.

Certo non mancano atti eroici, in cui figli donano i propri organi ai padri, accettando la precarietà, ad esempio di vivere a propria volta con un solo rene.

Fortunatamente però la ricerca scientifica di punta sta partorendo in questi anni idee rivoluzionarie per risolvere questi problemi in maniera alternativa, idee non solo nuove, ma come vedremo, anche realizzabili.

I progetti che vertono sulla produzione di organi in provetta sono molteplici e vanno dalla creazione di serbatoi animali di organi per l'uomo, con molti problemi connessi, alla clonazione umana ai fini terapeutici.

La clonazione umana ai fini terapeutici non ha nulla a vedere con la clonazione vera e propria dell'uomo, anche se è stata fatta molta confusione in merito.

La clonazione umana a scopo riproduttivo non è attualmente realizzabile, non perché nessuno la voglia fare, basti pensare al Prof. Antinori, ma poiché richiederebbe degli sforzi umani non indifferenti, tra cui anche un centinaio di donne disposte a sopportare il peso psicologico e farmacologico di una gravidanza "artificiale".

La clonazione terapeutica è semplicemente un modo per riprodurre in vitro dei tessuti umani partendo dal genoma dell'individuo che deve ricevere il trapianto e utilizzando come "ospite" di questo genoma un oocita umano.

L'oocita umano inizierà a dividersi, com'è già successo nel laboratorio della Advancent Cell Technology di Robert Lanza, fino a dar luogo ad altre cellule che hanno in tutto e per tutto le caratteristiche di cellule staminali.

Essere una cellula staminale vuol dire essere una cellula che posta in determinate condizioni si trasforma in altre cellule, che possono essere neuroni, cellule epatiche, cellule del sangue.

Si pensa che si possa far moltiplicare in vitro queste cellule fino ad ottenerne un quantitativo sufficiente per fare il trapianto.

Questa tecnica potrebbero non solo curare pazienti che hanno bisogno di trapianti di organi, come nel caso della retina o del fegato, ma anche curare i pazienti diabetici.

Infatti in alcuni tipi di diabete risultano danneggiate alcune cellule del pancreas che normalmente sono deputate a produrre l'insulina.

In questo caso, quindi, per permettere la guarigione del paziente sarebbe sufficiente trapiantare queste cellule.

Veniamo ora a quello che si è potuto fare finora, e vedremo che per quanto riguarda l'uomo ci si è fermato alle prime fasi di sviluppo dell'embrione, ossia dell'insieme di quelle cellule staminali di cui parlavamo sopra.

Infatti, nel laboratorio di Robert Lanza, come dichiarato da lui in una conferenza stampa e pubblicato sulla rivista on-line «e-biomed: The Journal of Regenerative Medicine», durante l'autunno del 2001 un embrione clonato si è sviluppato fino allo stadio di sei cellule.

Dopodiché è ancora tutto da fare, anche se esperimenti sugli animali e sulle cellule staminali derivanti da embrioni non clonati suggeriscono fortemente che le speranze degli scienziati non sono vane.

Per maggiori dettagli leggere la notizia "La prima clonazione umana".

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