Dossier

Il bello della scoperta

La bellezza cambia gli schemi

Newton né Young avevano completamente ragione sulla natura della luce: anche se non è semplicemente fatta di particelle, essa non può neanche essere descritta solo come un’onda. E’ toccato alla meccanica quantistica conciliare le due interpretazioni: i fotoni, i “mattoni della luce”, e anche le altre particelle subatomiche, elettroni, protoni e così via, possiedono le due proprietà contemporaneamente, sono particelle-onda.

Mostra Il bello della scoperta. (01 C) E nel confermare questa rivoluzionaria visione l’esperimento di interferenza di singolo elettrone ha un ruolo fondamentale. Come scrive lo storico Robert Crease, promotore di questa speciale classifica, “esso contiene l’essenza della meccanica quantistica. Ha tutte le caratteristiche che permettono di definire un esperimento bello. È di importanza strategica nel senso che è capace di convincere anche il più scettico sui fondamenti della teoria dei quanti. È semplice, facile da capire nonostante i risultati siano rivoluzionari. (…) Il mondo della meccanica quantistica è e rimarrà assolutamente lontano dal senso comune indipendentemente da quanto si conosca la teoria. L’esperimento di interferenza di elettroni con elettroni singoli pone la realtà dinanzi ai nostri occhi in modo semplice, chiaro e coinvolgente. È quindi presumibile che rimarrà nel pantheon degli esperimenti meravigliosi per molti anni a venire.”

Come mai allora un esperimento così illuminante ha dovuto aspettare trent’anni per avere il dovuto risalto? In parte perché era stato studiato in precedenza con tale precisione, che la sua verifica era ritenuta quasi scontata e il suo valore soprattutto pedagogico. D’altro canto, però, questa vicenda mostra semplicemente che non sempre la storia della scienza è così lineare e chiara come la si immagina.

Suggerimenti