L'Osservatorio astronomico di Pino Torinese oggi
Oggi i ricercatori dell’Osservatorio di Pino Torinese sono impegnati nello studio dell’evoluzione delle galassie e dei loro nuclei, delle sorgenti extragalattiche e dei buchi neri supermassicci, dei plasmi astrofisici, degli asteroidi e del Sole. Le indagini utilizzano i telescopi di ultima generazione e le più raffinate tecniche di elaborazione dei dati e di interpretazione teorica.
In collaborazione con l’Universita’ di Torino è nato uno dei maggiori gruppi nazionali per la simulazione numerica di fenomeni non-lineari, fondamentali nella fisica delle stelle, delle galassie e della cosmologia.
Particolarmente intensa la partecipazione ai programmi spaziali internazionali, iniziata negli anni Ottanta con la missione «Hipparcos» (che ha permesso di realizzare un catalogo molto accurato contenente la posizione, la distanza e il moto proprio di circa 120.000 stelle) e «Soho», che (grazie a una sonda lanciata verso il Sole, a 1.5 milioni di km dalla Terra) consente un'osservazione ininterrotta dell'andamento dell'attività solare. Le prossime sfide spaziali sono rappresentate dalle missioni: «Gaia», che determinerà posizione, distanza e moto di più di un miliardo di stelle e scoprirà un gran numero di pianeti extrasolari, e «Solar Orbiter», che si spingerà a esplorare le zone più vicine al Sole.
In anni recenti sono maturate competenze tecnologiche di rilievo che hanno portato allo sviluppo di strumentazione innovativa sia per lo spazio che a integrazione dei grandi telescopi di nuova generazione dell'European southern observatory (Eso).
Oggi l'unico telescopio dell'Osservatorio usato per attività scientifica è il «Reosc», un riflettore astrometrico di 105 cm di diametro e di 994 cm di lunghezza focale. È un nodo della rete internazionale WEBT, coordinata dall'Osservatorio di Torino e dedicata al monitoraggio della variabilità di nuclei attivi di galassie.
Gli altri tre grandi telescopi presenti all’Osservatorio sono da tempo utilizzati solo per attività di didattica e divulgazione. Si tratta del «telescopio rifrattore doppio Morais» (il più grande d’Italia nel suo genere ancora in funzione, usato negli anni Settanta per la determinazione della posizione di asteroidi e comete), il «telescopio Marcon» (dedicato in passato alla fotometria di asteroidi e binarie a eclissi) e il «telescopio Zeiss» (un tempo usato per la ricerca fotografica di nuovi asteroidi e la determinazione delle orbite di quelli noti).
Nei locali dell’Osservatorio ci sono poi due sale meridiane dove è possibile vedere altra strumentazione originale di valore storico, tra cui: il «cerchio meridiano di Reichenbach ed Ertel» costruito nel 1820, il «rifrattore Merz-Cavignato» entrato in funzione nel 1884, il «rifrattore equatoriale di Steinheil» installato nel 1892, lo «strumento dei passaggi Repsold» acquistato nel 1888 e lo «strumento dei passaggi Bamberg» entrato in servizio nel 1912.